1. Cos’è l’amianto e quali sono i pericoli per la salute

L’amianto, conosciuto anche come asbesto, identifica un gruppo di minerali di aspetto fibroso costituiti da silicato di magnesio, calcio e ferro.

I termini amianto e asbesto derivano entrambi dal greco e significano “incorruttibile” e “inestinguibile”. Tali caratteristiche di resistenza chimico-fisica, insieme al basso costo, ne hanno determinato un massiccio utilizzo in passato come materiale isolante, coibentante e di supporto sia in ambito industriale che civile.

La potenziale pericolosità dei materiali contenenti amianto dipende dalla loro possibilità di sfaldarsi e ridursi in fibre molto sottili che, se disperse in aria, possono essere inalate. Le fibre di amianto, a seconda della loro dimensione, possono raggiungere le parti più profonde del sistema respiratorio, dove possono avere un’azione cancerogena.

Le malattie causate dall’amianto insorgono dopo molti anni dall'esposizione: 10-15 anni per l'asbestosi (malattia benigna); 20-40 anni per il carcinoma polmonare ed il mesotelioma (tumori maligni). In entrambi i casi il fumo di sigaretta aumenta notevolmente il rischio di sviluppare queste patologie.

Per l’amianto, come per altri cancerogeni, è certo che il rischio di contrarre malattie ad esso correlate è proporzionale alla quantità di fibre inalate. Per questo motivo, il gruppo di popolazione maggiormente a rischio è quello dei lavoratori esposti in ambito professionale.

È da tenere a mente però che la presenza di amianto nei materiali NON è necessariamente sinonimo di pericolo. La dispersione delle fibre avviene solamente nel momento in cui l’amianto si presenta in condizioni di friabilità.

2. Principali usi e dove è possibile trovarlo

L’Italia è stata tra i primi Paesi ad aver emesso provvedimenti normativi a tutela della popolazione; la Legge n. 257 del 27 marzo 1992 vieta infatti l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la produzione industriale e la commercializzazione dell’amianto.

In ambito industriale è stato impiegato per anni come isolante termico nei cicli industriali con alte e basse temperature, nelle condotte per impianti elettrici e come materiale fonoassorbente.

In edilizia è stato largamente utilizzato, unitamente al cemento, per la produzione di manufatti in cemento-amianto (tubazioni, lastre e fogli) noti con il nome commerciale di Eternit, dalla omonima società produttrice. È stato inoltre utilizzato come materiale spruzzato per il rivestimento di elementi strutturali metallici degli edifici per aumentarne la resistenza al fuoco. Infine, è stato impiegato anche nella preparazione e posa in opera di intonaci con impasti spruzzati e/o applicati a cazzuola, nei pannelli per controsoffittature, nei pavimenti costituiti da vinil-amianto (in cui è mescolato a polimeri) e come sottofondo di pavimenti in linoleum.

In ambito domestico l'amianto è stato impiegato in alcuni elettrodomestici (ad esempio asciugacapelli, forni e stufe, ferri da stiro), nelle prese/guanti da forno, nei teli da stiro e nei cartoni posti a protezione degli impianti di riscaldamento (stufe, caldaie, termosifoni e tubi di evacuazione fumi).

Nei mezzi di trasporto è stato impiegato nei freni, nelle frizioni e negli schermi parafiamma, nelle guarnizioni, nelle vernici e mastici "antirombo" e, infine, nella coibentazione di particolari strutturali di treni, navi e autobus.

Si stima che all'inizio degli anni ‘90 fossero commercializzati circa 3000 diversi prodotti contenenti amianto; per il solo cemento amianto in lastre, si stima che all'epoca fossero in opera oltre un miliardo di metri quadrati di coperture.

3. Cosa fare e tecniche di bonifica

In Italia al momento non è previsto l’obbligo generale di rimozione dell’amianto (in caso di materiale in buono stato di conservazione), che deve però essere mantenuto sotto controllo per verificarne lo stato di conservazione.

https://salute.regione.emilia-romagna.it/amianto/categorie/cittadini/come-valutare-lo-stato-di-conservazione-1

Quando viene riscontrata la presenza di materiale contenente amianto in un edificio (sia pubblico che privato), è necessario che venga predisposto e messo in atto un programma di controllo e manutenzione al fine di ridurre al minimo l’esposizione degli occupanti (valutazione del rischio, dello stato di conservazione e programma di manutenzione). Il programma deve avere come scopo ultimo il mantenimento dei materiali in buone condizioni, la prevenzione del rilascio e della dispersione secondaria di fibre, la predisposizione di interventi idonei in caso di necessità e la verifica periodica delle condizioni dei materiali contenenti amianto.

Valutare i rischi legati all'amianto significa verificare la probabilità che le fibre vengano rilasciate dai materiali e successivamente inalate. Un manufatto contenente amianto è tanto più pericoloso quanto più è friabile, meno pericoloso è l’amianto detto “in matrice compatta” come per esempio il cemento-amianto o il vinil-amianto, usato per le pavimentazioni. La pericolosità aumenta se il manufatto non è in buono stato o è danneggiato.

Possono essere messe in atto tre diverse tecniche di bonifica: la rimozione, il confinamento e l’incapsulamento.

4. Come segnalare la presenza di materiali contenenti amianto

Se sei preoccupato per la presenza di materiali che potrebbero contenere amianto (ad esempio, coperture di edifici di qualsiasi natura, manufatti come canne fumarie, vasche, strutture di ricovero per animali) puoi inviare una segnalazione (cartacea o informatizzata) al Comune in cui è ubicato il materiale sospetto.

È importante che la segnalazione contenga i seguenti contenuti minimi informativi, indispensabili affinché il Comune possa attuare una gestione efficace e secondo criteri di priorità:

·      localizzazione precisa dell’immobile (località, via e numero civico);

·      nominativo e recapiti del segnalante;

· tipologia di materiale oggetto della segnalazione (ad es. copertura, lastre a terra, canna fumaria, cuccia del cane, magazzino attrezzi).

Se possibile, è utile anche allegare documentazione fotografica e fornire informazioni circa:

· tipologia di edificio (ad es. civile abitazione, capannone industriale);

· fattori visibili di degrado, quali presenza di rotture, sfaldamenti, etc.

Scarica qui le Linee di Indirizzo Regionali per le segnalazioni di materiali contenenti amianto

https://salute.regione.emilia-romagna.it/amianto/categorie/cittadini/linee-di-indirizzo-per-la-gestione-delle-segnalazionie-dei-siti-individuati-dalle-mappature-locali-relative-alla-presenza-di-materiali-contenenti-amianto

5. Rimozione di materiali contenenti amianto da parte di privati cittadini

Con la DGR della Regione Emilia-Romagna n.1071 del 01/07/2019 sono state approvate le Linee Guida per microraccolta dell’amianto, che definiscono procedure uniformi su scala regionale per facilitare l’attività di rimozione di piccole quantità di materiale contenente amianto in matrice compatta da parte dei cittadini, nel rispetto delle norme di natura sanitaria e ambientale a tutela della salute del cittadino e dell’ambiente.

Per avere maggiori informazioni sulla microraccolta visita la pagina dedicata -> MICRORACCOLTA AMIANTO

In tutti i casi in cui non si rientra nei criteri della microraccolta è necessario rivolgersi a ditte specializzate iscritte alla sezione specifica dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, ex. D.Lgs. 152/06 https://www.albonazionalegestoriambientali.it/Public/Home

6. FAQ

Per le FAQ (domande frequenti) visita il sito della Regione Emilia-Romagna https://salute.regione.emilia-romagna.it/amianto/f-a-q

Ultimo aggiornamento: 03 marzo 2025, 09:39