Viaggi internazionali
Approfondimento sulle vaccinazioni per viaggiatori internazionali
Se stai programmando un viaggio internazionale, è utile conoscere prima di partire quali sono gli eventuali rischi per la salute correlati. Per non rischiare di “arrivare all’ultimo momento”, è opportuno cominciare ad organizzarsi almeno 6 settimane prima di partire, contattando il Servizio di Igiene Pubblica della tua AUSL e richiedere una consulenza per viaggiatori internazionali; tramite questo servizio avrai la possibilità di conoscere quali sono i pericoli per la salute associati alla tua destinazione e alla modalità del viaggio, e quali sono le misure di prevenzione da adottare.
Ti verrà anche fornito un appuntamento per eseguire le eventuali vaccinazioni raccomandate (richiami di vaccinazioni di routine oppure vaccinazioni specifiche per il paese di destinazione).
Per richiedere una consulenza collegati al sito dell’Azienda USL e clicca sull’apposito link, che ti permetterà di compilare un questionario con tutti i dati utili ai Medici del Servizio di Igiene Pubblica per personalizzare la consulenza in base al tuo viaggio e al tuo stato di salute.
Per affrontare un viaggio, è indispensabile prima di tutto assicurarsi di essere in ordine con le vaccinazioni di routine (anti-difterica-tetanica-pertossica, anti-polio, anti-morbillo-parotite-rosolia-varicella e anti-Epatite B): grazie alle vaccinazioni infatti alcune malattie in Italia sono poco diffuse, ma possono essere molto frequenti in altre parti del mondo. La frequentazione di ambienti affollati, come aeroporti e mercati, può inoltre aumentare il rischio di contrarre alcune malattie.
Per la maggior parte dei viaggi internazionali sono inoltre raccomandate le vaccinazioni contro l’Epatite A e il Tifo, entrambe patologie trasmesse dagli alimenti o dalle bevande, a cui si è maggiormente esposti quando le condizioni igienico-sanitarie potrebbero non essere ottimali.
In alcune specifiche zone sono poi raccomandate vaccinazioni contro peculiari malattie, come la Febbre Gialla (in determinate zone di Africa e Sud-America, in alcuni casi obbligatoria per il visto d’ingresso nel paese) e l’Encefalite Giapponese (in pressoché tutto il Sud-est asiatico e Australia, a seconda delle caratteristiche del viaggio); entrambe queste malattie sono diffuse dal morso di zanzara.
In una ben definita zona dell’Africa centrale, vi è storicamente una sostenuta diffusione di Meningiti batteriche (la così detta “Meningitis Belt”), e per tale motivo è raccomandata la vaccinazione quadrivalente contro il Meningococco; tale vaccino è inoltre richiesto obbligatoriamente per i pellegrini musulmani che si recano alla Mecca durante il periodo tardo-primaverile di ogni anno.
Infine, esistono zone montane in un’area che si estende dall’Europa (comprese alcune zone montane italiane) fino a tutta l’Asia centro-settentrionale dove vi è il rischio di contrarre un’encefalite virale derivante dal morso di zecca, per la quale esiste una vaccinazione.
Viaggiando, si possono incontrare anche malattie che sembrano a noi ormai lontane, ma che in verità a livello globale costituiscono ancora un serio problema di salute pubblica, stiamo parlando di Colera e Malaria. Per il Colera disponiamo di un vaccino che si assume per bocca, per la malaria invece esiste una profilassi farmacologica, da assumere per tutta la durata del viaggio e per un tempo variabile dopo il ritorno a seconda del farmaco utilizzato.
La febbre gialla è una malattia infettiva causata da un virus, che si manifesta con sintomi acuti: febbre, brividi, mal di testa, dolori muscolari, nausea, vomito. Quindi compare ittero (colore giallo della pelle). Nei casi più gravi si hanno emorragie mucose ed interne. Può essere molto grave, spesso mortale. È una malattia presente nelle regioni equatoriali dell’Africa e dell’America meridionale dove viene trasmessa attraverso la puntura di zanzare infette, che pungono prevalentemente nelle ore diurne.
Per l’ingresso in alcuni Paesi, è richiesta obbligatoriamente la dimostrazione di avvenuta vaccinazione, oppure l’attestazione ufficiale di controindicazione alla vaccinazione, nel caso in cui il vaccino non possa essere somministrato. Non basta presentare un certificato vaccinale, è obbligatorio mostrare uno specifico “libretto giallo”, unico documento internazionalmente riconosciuto di avvenuta vaccinazione; se il vaccino è controindicato (ad es. per patologie, terapie in atto, gravidanza/allattamento), bisogna presentare uno specifico modulo di esonero. Questi documenti ufficiali sono erogabili solamente da specifici centri vaccinali registrati al Ministero, pertanto la vaccinazione può essere effettuata SOLAMENTE presso servizi dedicati (centri vaccinali di Ferrara, Comacchio o Cento).
Un’unica dose di vaccino è valida per tutta la vita e, qualora obbligatoria per l’ingresso, deve essere fatta almeno 10 giorni prima della partenza.
È possibile prenotare tale vaccinazione attraverso i canali CUP/farmacie abilitate/Fascicolo Sanitario Elettronico oppure, se si desidera conoscere anche altre vaccinazioni/profilassi raccomandate per la destinazione del viaggio, richiedendo una Consulenza Viaggiatori Internazionali mediante compilazione del questionario sul sito dedicato.
La malaria è una malattia causata da parassiti che si trasmettono da uomo a uomo mediante la puntura di zanzare infette appartenenti al genere Anopheles; tuttavia, si può verificare trasmissione anche con eventi accidentali tramite sangue infetto.
E’ la malattia trasmessa da zanzare più diffusa al mondo, nei Paesi non endemici costituisce la più importante malattia d’importazione, legata principalmente ai viaggi in aree tropicali e all’aumento dei flussi migratori. Nella prima metà del XX secolo la malaria fu eradicata da gran parte delle aree temperate e oggi risulta diffusa principalmente nei Paesi della fascia tropicale e sub tropicale. In particolare, è altamente diffusa in Africa, dove si verificano il maggior numero di casi e di decessi. In Paesi del Sud-est asiatico, del Medio Oriente e dell’Asia Centrale, del Pacifico occidentale e dell’America centrale e meridionale è variabilmente presente. I sintomi, a seconda della specie di parassita, compaiono dopo 7, 15 o più giorni dalla puntura della zanzara infetta. Sono di varia natura, solitamente febbre, spesso molto alta, mal di testa, vomito, diarrea, sudorazioni e brividi scuotenti, tutti sintomi, almeno inizialmente, comuni a quelli di una qualsiasi sindrome influenzale o ad altre infezioni.
La protezione farmacologica (chemioprofilassi) è indicata per i viaggiatori diretti in aree a rischio. I farmaci utilizzabili vengono scelti principalmente in base alla meta del viaggio e allo stato di salute del viaggiatore.
La protezione nei confronti della puntura di zanzara rappresenta comunque una misura fondamentale per prevenire la malattia.
Molti insetti (zanzare, pulci, pappataci, mosche, zecche...) con le loro punture possono provocare fastidio, piccole infezioni, ma anche trasmettere gravi malattie infettive causate da virus, batteri o parassiti. Per alcune malattie sono disponibili vaccini (es. Febbre Gialla, Encefalite da Zecca) per altre (Malaria) è possibile fare una prevenzione farmacologica. Per altre ancora l’unica prevenzione possibile è rappresentata dalle precauzioni per evitare le punture. Il rischio principale è rappresentato dalle zanzare, insetti estremamente diffusi in molte aree del pianeta, che possono trasmettere con la puntura microrganismi pericolosi, in particolare nelle zone tropicali. Tra le malattie trasmesse dalle zanzare ricordiamo la Dengue, la malattia da Chikungunya virus e la malattia da virus Zika, che da qualche anno creano focolai autoctoni anche alle nostre latitudini.
Le precauzioni per evitare le punture delle zanzare durante le attività all’aperto sono le seguenti:
- Indossare indumenti di colore chiaro che coprano il più possibile (con maniche lunghe e pantaloni lunghi)
- Evitare i profumi, le creme e i dopobarba che attraggono facilmente gli insetti.
- Proteggere con repellenti cutanei efficaci la cute scoperta, compreso il cuoio capelluto, qualora privo di capelli; non applicare sulle mucose (labbra, bocca), sugli occhi, sulla cute irritata o ferita.
E’ necessario adottare grande cautela nell’utilizzo dei repellenti nei bambini: prima dei 3 mesi di età è controindicato l’uso, dai 3 mesi fino ai 3 anni è possibile applicarli eventualmente solo sulla parte esterna dei capi di abbigliamento e utilizzare zanzariere; infine, per i bambini tra i 3 e i 12 anni è necessario utilizzare prodotti adatti all’età.
I repellenti possono essere eventualmente spruzzati sui vestiti per aumentare l’effetto protettivo.
I prodotti maggiormente indicati dalle linee guida internazionali sono:
- DEET - dietiltoluamide in commercio a varie concentrazioni dal 7 al 33,5%;
- Picaridina/icaridina (KBR 3023) in commercio con concentrazione tra 10 e 20%;
- Citrodiol (PMD), IR3535 (ethylbutylacetylaminopropionate) hanno durata di protezione per poche ore.
- Permetrina (0,5 gr/m2), utilizzabile in particolari situazioni e solo per il trattamento degli abiti (non direttamente sulla cute); occorre irrorare gli abiti con lo spray su entrambi i lati o immergerli nella soluzione e lasciarli asciugare prima di indossarli; il trattamento è generalmente efficace per una settimana e può essere associato all’impiego di repellenti cutanei.
È opportuno, se possibile, dormire in camere con un efficiente condizionatore d’aria, in quanto le zanzare non frequentano ambienti con aria fresca ed in movimento. Assicurarsi che ci siano le zanzariere alle porte e alle finestre. Se non ci sono zanzariere, le porte e le finestre devono essere ben chiuse e si deve usare una zanzariera sopra il letto, rimboccandone i margini sotto il materasso.
Sono utilizzabili, inoltre, spray antizanzare o diffusori di insetticida (fornelletti a corrente elettrica o a batteria) o serpentine antizanzare al piretro; si raccomanda di utilizzare questi prodotti a finestre aperte dotate di zanzariere.
Le malattie da alta quota sono dei disturbi legati alla ridotta pressione parziale di ossigeno ad altitudini sopra i 2500 metri. La loro insorgenza può essere legata a vari fattori, come la velocità di salita in montagna, la quota di altitudine raggiunta, la presenza di condizioni di rischio personali legate al proprio stato di salute.
Quando si vuole raggiungere alte quote, in particolare per gli escursionisti occasionali, è importante conoscere le possibili reazioni del proprio organismo: se si superano rapidamente grandi dislivelli di altitudine possono manifestarsi sintomi quali mal di testa, stanchezza, vertigini, vomito, difficoltà respiratorie. Se questi sintomi si presentano è importante scendere a quote più basse, non fare sforzi e consultare medico.
Un buon consiglio è quello di non superare più di 600 metri di dislivello nella stessa giornata quando ci si trova a quote superiori ai 3.000 metri, in modo che il nostro corpo possa adattarsi gradualmente al cambiamento.
Il jet lag è un disturbo dei ritmi biologici che regolano il nostro organismo e che generalmente si può sviluppare quando si affrontano viaggi lunghi, con rapido attraversamento di più fusi orari. Viaggiare verso “est” aumenta il rischio da jet-lag perché si "perdono" ore, costringendo il corpo ad adattarsi più faticosamente a un giorno più corto rispetto al proprio orologio biologico. Alcuni fattori individuali, come l’età avanzata o l’abitudine ad avere ritmi fissi nel quotidiano, possono aumentare il rischio di sviluppare questo disturbo.
Il jet lag si può manifestare con disturbi del sono come difficoltà ad addormentarsi o sonnolenza, risvegli frequenti, sensazione di “non aver riposato bene” al risveglio. Altri sintomi comprendono difficoltà di concentrazione, mal di stesa, stanchezza, affaticabilità, disturbi gastrointestinali. Per abituare gradualmente il nostro corpo al cambiamento e ridurre il rischio di insorgenza di sintomi da jet lag si possono attivare alcuni accorgimenti quali:
-alcuni giorni prima della partenza anticipare (se si vola verso est) o posticipare (se si vola verso ovest) gli orari dei pasti e dell’addormentamento;
-durante il volo cercare di mangiare e riposare secondo i ritmi del Paese di destinazione;
-evitare l’utilizzo di bevande eccitanti;
- in caso di necessità si può assumere la melatonina, un ormone che regola il ritmo sonno veglia del nostro organismo.
Durante i viaggi aumenta la probabilità di contrarre patologie gastrointestinali trasmesse dagli alimenti. Questo poiché è più probabile che alimenti assunti durante le lunghe tratte in aereo/navi siano non perfettamente conservati e perché spesso alcune mete turistiche internazionali (come Sud-Est asiatico, l’Asia Meridionale, il Medio Oriente, l’Africa, l’America centrale e del Sud) non adottano le stesse misure di sicurezza alimentare adottate nel nostro paese. È perciò fondamentale prestare sempre attenzione a ciò che si mangia e a ciò che si beve.
Consigli di sicurezza alimentare
Prima del consumo di alimenti, lavarsi accuratamente le mani. Evitare di consumare alimenti crudi (carne, pesce, frutti di mare, verdure e altro), ad eccezione di frutti personalmente sbucciati. Assumere cibi ben cotti e serviti caldi. I cibi conservati per parecchie ore a temperatura ambiente dopo la cottura costituiscono infatti una delle principali fonti di infezione alimentare. Evitare il consumo di pesce fresco di dubbia provenienza e di frutti di mare, anche se cotti, perché possono contenere tossine o microrganismi pericolosi, nonostante l’aspetto fresco e invitante. Evitare il latte non preventivamente bollito, pastorizzato o sterilizzato. Non consumare gelati sfusi, dolci con creme, panna, salse all’uovo crudo (tipo maionese) o formaggi freschi. Evitare di bere l’acqua della rete idrica anche se indicata come potabile. Se ciò non fosse possibile, fare bollire l’acqua, oppure trattarla con compresse disinfettanti, seguendo scrupolosamente le indicazioni riportate nella confezione. Evitare il ghiaccio, poiché potrebbe essere stato preparato con acqua non sicura. Non acquistare cibo e bevande dai venditori ambulanti. Ricordare che sono generalmente sicure: l’acqua minerale in bottiglie sigillate, il the, il caffè, tutte le bibite gassate sigillate; anche il vino e la birra per i quali è consigliato un uso moderato.
La “diarrea del viaggiatore”
La diarrea del viaggiatore, come viene comunemente definita, è la malattia più comune che può colpire in viaggio ed è causata da una varietà di virus, batteri e parassiti. La malattia è caratterizzata da più scariche diarroiche, spesso con febbre, crampi addominali, nausea, vomito e senso di malessere. Si può manifestare sia nei primi giorni del viaggio, che più tardi e in più episodi. Anche se generalmente si risolve nell’arco di 2-3 giorni e non mette a rischio le funzioni vitali dell’organismo, è tuttavia molto fastidiosa e può compromettere il buon esito della vacanza o del viaggio di lavoro. Se, nonostante tutte le cautele adottate per la sicurezza degli alimenti, dovesse comparire la “diarrea del viaggiatore”, occorre intervenire con un trattamento che si basa fondamentalmente sulla reintegrazione delle perdite idrosaline. Occorre infatti bere abbondanti quantità di acqua, bollita o in confezioni sigillate, succhi di frutta confezionati (se non molto dolci) o the. Se la diarrea persiste, occorre usare una soluzione di reidratazione orale che si può trovare normalmente in farmacia, già pronta in forma di compresse o granuli da sciogliere in acqua. È possibile preparare anche personalmente un’ottima bevanda per la reidratazione, aggiungendo a un litro di acqua bollita o in confezioni sigillate, 5 cucchiaini di zucchero più un cucchiaino di sale, con l’eventuale aggiunta del succo di 2 arance o di 1 pompelmo. I bambini sono più sensibili degli adulti alla disidratazione: si deve quindi provvedere rapidamente alla loro reidratazione con le bevande consigliate. In alcuni casi può essere raccomandata l’assunzione di un antibiotico e in casi particolari, si può poi associare un farmaco antidiarroico che blocca momentaneamente il disturbo. Questi farmaci devono comunque essere assunti dopo aver consultato un medico.
Per alcune malattie potenzialmente gravi trasmesse da cibi e bevande, a cui i viaggiatori sono maggiormente esposti, esistono delle vaccinazioni. La vaccinazione anti-Epatite A e l’anti-Tifica sono vaccinazioni raccomandate per la quasi totalità dei viaggi internazionali; l’anti-Colerica è indicata per mete specifiche, laddove vi sia evidenza di circolazione del patogeno.
Per alcune malattie potenzialmente gravi trasmesse da cibi e bevande, a cui i viaggiatori sono maggiormente esposti, esistono delle vaccinazioni. La vaccinazione anti-Epatite A e l’anti-Tifica sono vaccinazioni raccomandate per la quasi totalità dei viaggi internazionali; l’anti-Colerica è indicata per mete specifiche, laddove vi sia evidenza di circolazione del patogeno.
IL TIFO
Il tifo è una malattia infettiva provocata da un batterio (Salmonella typhi). La trasmissione avviene generalmente attraverso l’ingestione di cibo o acqua contaminata da feci o urine di persone ammalate o portatrici. La contaminazione avviene quando esistono bassi livelli igienico-sanitari. Nei Paesi dove la malattia è diffusa, gli alimenti maggiormente a rischio sono: acqua, frutta e verdura, frutti di mare se e pesce crudi, latte e latticini consumati crudi o contaminati dopo la bollitura. L’infezione può essere asintomatica o presentarsi con sintomi generici come febbre, stanchezza, cefalea, tosse e stitichezza (più frequentemente rispetto alla diarrea). Alcune forme possono complicarsi e provocare ingrossamento del fegato, sanguinamento intestinale, perforazioni intestinali e sepsi (diffusione del batterio nel sangue).
Sono disponibili due tipi di vaccino:
· In iniezione: una singola iniezione intramuscolare comporta lo sviluppo di protezione dopo circa due settimane. Dopo l’iniezione si possono verificare lievi reazioni (dolore, tumefazione ed arrossamento); raramente reazioni generali quali febbre, cefalea, malessere e nausea.
· Per via orale: assunzione di 3 capsule a giorni alterni, lontano dai pasti. La protezione comincia ad instaurarsi circa 10 giorni dopo l’assunzione della terza capsula. In caso di profilassi antimalarica concomitante è possibile che venga consigliato un intervallo tra l’ultima dose del vaccino e l’inizio della profilassi antimalarica.
Le controindicazioni alla vaccinazione sono: malattie febbrili in atto, allergia ai componenti del vaccino. Per il vaccino orale ulteriori controindicazioni sono le infezioni intestinali acute, i deficit immunitari, la terapia con immunodepressori e antibiotici. Il vaccino non deve essere somministrato nei bambini al di sotto di due anni di vita per il vaccino iniettivo e 5 anni per quello orale. La vaccinazione durante la gravidanza e l’allattamento deve essere valutata attentamente.
Entrambi i vaccini conferiscono una protezione di circa 3 anni.
L’EPATITE A
L’epatite A è una malattia infettiva acuta causata da un virus, che può manifestarsi con febbre, malessere, disturbi gastrointestinali ed ittero (colorazione gialla della pelle). Spesso i disturbi non sono specifici (solo febbre e disturbi gastrointestinali) o sono del tutto assenti, soprattutto nel bambino, ma in alcuni casi (seppur raramente) il virus può provocare una grave forma di epatite che provoca un'improvvisa e rapida insufficienza epatica, potenzialmente letale. La trasmissione avviene prevalentemente attraverso acqua e cibi contaminati o rapporti sessuali. Attualmente uno dei fattori di rischio più importanti è rappresentato dal viaggio all’estero in Paesi dove ci sono condizioni igieniche carenti, ed il rischio nei viaggiatori è elevato.
La vaccinazione anti-Epatite A
Il ciclo vaccinale consiste in una dose, che inizia a proteggere entro 2 settimane. Una dose di rinforzo a distanza di 6-12 mesi dalla prima protegge per molti anni (40 e oltre). Ogni dose consiste in una iniezione intramuscolare nella regione deltoidea (parte alta del braccio). Sono possibili lievi reazioni nella sede di iniezione (dolore, rossore e tumefazione) e/o modeste reazioni generali: febbre, cefalea, malessere. Le controindicazioni alla vaccinazione sono: malattie febbrili in atto, allergia ai componenti del vaccino.
IL COLERA
È una malattia batterica che si manifesta in modo acuto con la comparsa di una diarrea grave, spesso tanto abbondante da causare in breve tempo una pericolosa disidratazione, talora accompagnata da vomito. La trasmissione avviene per via orale, tramite acqua o alimenti contaminati dalle feci dei malati o dei portatori. La malattia è presente in diversi Paesi dell’Africa, del Centro- Sud America e dell’Asia. Il rischio di trasmissione per i viaggiatori è basso, ma aumenta in caso di viaggi di lunga durata in Paesi con epidemie in atto.
La vaccinazione anti-colerica
Può essere consigliabile per i viaggiatori che si recano in Paesi ove è in atto una epidemia di colera, oppure in Paesi ove la malattia è normalmente presente, se il viaggio è di lunga durata ed a basso tenore igienico. Il vaccino va assunto per via orale (soluzione da bere), a stomaco vuoto, lontano dai pasti, almeno due settimane prima della partenza. Il vaccino può provocare lievi disturbi gastrointestinali (dolore addominale, diarrea, nausea, vomito). Le controindicazioni sono costituite da malattie gastrointestinali in atto e da manifestazioni febbrili.
In conclusione, è bene comunque ricordare che i patogeni che possono essere trasmessi tramite gli alimenti e le bevande sono innumerevoli, e la prima regola per prevenire le infezione nei paesi a rischio è rispettare scrupolosamente le buone norme di igiene alimentare e personali
Ultimo aggiornamento: 03 dicembre 2025, 11:02