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Una coppia con una bimba piccola entra in un Pronto Soccorso. L’uomo cinge la donna con vistoso livido sul volto. “Mia moglie è caduta, ultimamente è molto distratta, è stanca…sa, per via della bambina piccola, dormiamo poco!”

E’ l’inizio del video attraverso il quale le Aziende Sanitarie ferraresi hanno deciso di far conoscere il nuovo percorso, messo a punto nei Pronto Soccorsi di tutta la provincia, per la presa in carico delle donne vittime di violenza. Una situazione, quella ricreata, simile a quelle che ormai sempre più spesso le professioniste ed i professionisti dell’emergenza urgenza ferrarese si trovano ad affrontare.

Il percorso, frutto di un lungo lavoro, è stato presentato pubblicamente lo scorso 25 novembre nel corso del convegno “Voci e azione: un impegno contro la violenza alle donne”, organizzato dalle Aziende Sanitarie alla Sala Estense, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

“Grazie alla collaborazione di tutti i professionisti dei 4 presidi ospedalieri provinciali - spiega la professoressa Rosa Maria Gaudio responsabile UOS Medicina Legale Ospedaliera AospFe – siamo riusciti a coordinare una progettualità sul territorio con attività di Hub and Spoke riguardo ai casi di violenza sessuale (anche sugli uomini) e di violenza fisica e psicologica sulle donne e sui minori. Sulla parte pediatrica in particolare abbiamo lavorato formando e sensibilizzando tutti gli operatori e intervenendo su un nodo critico, fino ad ora, ovvero i trasferimenti da un ospedale all’altro. Grazie a questo percorso – ha concluso la professoressa Gaudio – possiamo agevolare la stanzialità delle vittime e la loro presa in carico anche nei luoghi più vicini a loro”.

“L’infermiera del triage, spiega entrando nel dettaglio Erika Salvioli Resp. Infermieristica e tecnica Pronto Soccorsi e Medicina d'urgenza Provinciali - ha il delicato compito di intercettare e capire le situazioni di potenziali vittime di violenza, e di mettere in atto una serie di azioni quali: portare la donna in un ambiente protetto per un primo colloquio, allontanare il compagno/marito sospettato di essere l’autore delle violenze, ed attivare di fatto il protocollo. Dopo il triage la donna, che non viene mai lasciata sola durante gli spostamenti, né separata da eventuali figli minori presenti, viene accompagnata in un ambulatorio isolato dove viene effettuata la visita medica. Un momento importante nel corso del quale possono essere raccolti elementi ulteriori e dove la donna può raccontare quanto le è accaduto”.

“L’altro momento cruciale - spiega ancora Salvioli - è rappresentato dalle dimissioni. Per la donna ci sono sostanzialmente due strade. La prima, se non si sente ancora pronta per una denuncia, consiste nel fornirle tutti i numeri di telefono necessari e le informazioni utili per avere un supporto ed un aiuto anche in un secondo momento. La seconda invece, qualora la donna decida di denunciare, consiste nel contattare il Centro Donna e Giustizia, le Forze dell’Ordine ed eventualmente anche il medico legale, mettendo in moto un percorso di protezione, fin da subito, e di presa in carico.”

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Ultimo aggiornamento: 27 dicembre 2024, 09:33