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I servizi avviati dall'Unità Operativa di Psicologia Clinica dell'Azienda USL di Ferrara, in collaborazione con l'Azienda Ospedaliero-Universitaria, mirano ad integrare il supporto psicologico nel sistema sanitario locale rafforzando la rete di supporto per i pazienti con esigenze croniche e complesse. Nuovi percorsi sono stati attivati con l’obiettivo di fornire sempre di più servizi di prossimità e accessibili alla popolazione.
Ne abbiamo parlato, in una nuova puntata di Salute Focus (format web a cura delle Aziende Sanitarie di Ferrara) con Rachele Nanni, Direttrice dell'Unità Operativa di Psicologia Clinica e di Comunità dell'Azienda USL di Ferrara, Sara Bonazza, reumatologa dell'Azienda Usl di Ferrara, Daniela Gragnaniello, direttrice facente funzioni di Neurologia Provinciale di Ferrara ed Eleonora Contini, psicologa e psicoterapeuta dell'azienda USL di Ferrara.
La Psicologia di Comunità: risposta di prossimità a bisogni complessi
“La Psicologia è una delle diverse professionalità presenti all'interno delle Case della Comunità, spiega Rachele Nanni, Direttrice dell'Unità Operativa di Psicologia Clinica e di Comunità dell'Azienda USL di Ferrara, che in collaborazione con la componente medica, infermieristica, sociale e il volontariato, vuole garantire alla cittadinanza una risposta accessibile a bisogni complessi, sempre più incalzanti, che siano essi fisici, psichici e sociali. Abbiamo percorsi orientati proprio alla consultazione psicologica primaria, su richiesta dei medici di medicina generale, rivolti soprattutto a persone che hanno un disagio emotivo comune. Non stiamo parlando di patologie psichiatriche, ma di fasi della vita difficili da affrontare o di forte stress legato a patologie croniche, che possono portare a stati come ansia e depressione che conseguentemente impattano sulla qualità della vita delle persone, oltre che sullo stato di salute. Non dimentichiamoci che la dimensione somatica, quella psichica, relazionale e motivazionale sono strettamente collegate fra loro”.
“Alcuni percorsi, prosegue Nanni, sono ad accesso diretto per utenti particolarmente vulnerabili: donne vittime di violenza, neogenitori con disagio perinatale, adolescenti e giovani adulti e adulte in età compresa tra i 14 e i 24 anni in balia di problematiche legate alla sfera affettiva, sessuale, identitaria. Gli utenti minorenni, oltre a non necessitare dell’impegnativa del medico di medicina generale, non devono pagare il ticket. Abbiamo una linea di attività dedicata anche al supporto dei care giver di persone con patologie somatiche ad andamento cronico, impattanti in maniera significativa sulla gestione vita quotidiana”.
“Abbiamo avviato due nuovi progetti legati al trattamento del dolore cronico nella fibromialgia e nell’emicrania. Spesso si tratta di persone che, spiega ancora la direttrice della Psicologia Clinica, stanno vivendo una condizione di dolore, protratta nel tempo, che va a condizionare anche la vita relazionale e sociale. Altra cosa a cui teniamo molto, conclude Nanni, è il rapporto con il terzo settore nei diversi territori, dalle associazioni di volontariato ai punti di aggregazione, perché la risposta ai bisogni delle persone non è solo una risposta di tipo sanitario, ma anche farmacologico, psicologico, fisioterapico, di movimentazione, e curare vuol dire anche diminuire i fenomeni di isolamento sociale, di segregazione o auto-segregazione.”
Percorsi “di gruppo” per la gestione del dolore cronico, a chi sono rivolti e come accedere
“Quando il medico specialista, neurologo o reumatologo, di riferimento, spiega Eleonora Contini, psicologa e psicoterapeuta dell'Azienda Usl di Ferrara, invia una segnalazione alla psicologa, viene poi ricontattato il paziente, per proporgli un primo colloquio individuale preliminare, durante il quale si valuta insieme il vissuto emotivo rispetto all'esperienza del dolore nei casi di emicrania e fibromialgia. Si decide poi se è il caso di includere il paziente nel gruppo terapeutico. Vengono quindi creati gruppi di massimo 12 pazienti, per ricavare uno spazio adeguato ad ognuno di loro e agevolare chi conduce il gruppo nella gestione di eventuali criticità. Il gruppo terapeutico si riunisce una volta alla settimana, per otto settimane consecutive, più un incontro di follow up a un mese dalla fine.”
“Nel 2024 sono stati condotti tre gruppi per pazienti affetti da fibromialgia e i riscontri da parte dei pazienti sono stati tutti molto positivi. Abbiamo analizzato i dati tramite la compilazione di questionari, di scale valutative, test, e abbiamo riscontrato un miglioramento evidente del tono dell’umore, della gestione dell’ansia, o semplicemente di una maggior consapevolezza di come funziona la mente nell’affrontare il dolore cronico. Nel corso del 2025, quindi, ha concluso la la Psicologa, siamo entusiaste di ripetere l’esperienza con le persone affette da fibromialgia ed avviare lo stesso tipo di percorso anche per quelle affette da emicrania. Sono previsti tre gruppi terapeutici in entrambi i casi e si comincia a febbraio con il primo gruppo, in primavera con il secondo e poi, dopo la pausa estiva, in autunno con terzo” (per informazioni è possibile scrivere a e.contini@ausl.fe.it).
Fibromialgia, i sintomi e le cure
“La fibromialgia è una malattia caratterizzata da dolore musocolo-scheletrico cronico diffuso, specifica Sara Bonazza, reumatologa dell'Azienda Usl di Ferrara, dove la caratteristica principale è l’iperalgesia, ovvero sentire dolore per sintomi normalmente non dolorosi. È una malattia multifattoriale legata ad alterazioni ormonali, stress, fattori ambientali o virali, che colpisce soprattutto il sesso femminile con un rapporto di 10 a 1. I sintomi principali sono stanchezza, sonno poco ristoratore, disturbi legati ad ansia e depressione, disturbi di concentrazione, molto spesso emicrania, cefalea, disturbi del tono dell'umore e disturbi della sfera sessuale, urologica, gastrointestinale e dolore cronico. Quest’ultimo può essere molto limitante, soprattutto nello svolgimento di attività quotidiane. Accanto alla terapia farmacologica tradizionale è molto importante anche una terapia non farmacologica che preveda esercizi fisici, esercizi di mindfulness e un supporto psicologico, dunque un approccio alla malattia multidisciplinare.”
Emicrania, i sintomi e le cure
“L’emicrania, spiega Daniela Gragnaniello, direttrice facente funzioni di Neurologia Provinciale di Ferrara, è una malattia caratterizzata da attacchi di cefalea ricorrenti di intensità variabile, lieve, moderata o severa, talvolta accompagnati da sintomi quali nausea, vomito, fonofobia, fotofobia, ovvero fastidio alla percezione di rumori o luci, che spesso costringono le persone a rimanere fermi a letto in una stanza al buio e in silenzio. Le cause possono essere legate allo stress, a fattori endocrini, ormonali, a trattamenti farmacologici, talvolta al consumo di determinati alimenti ed è, insieme alla cefalea a grappolo e alla cefalea tensiva, una delle forme più frequenti di cefalea. La cefalea è in assoluto la patologia neurologica più diffusa nella popolazione. I pazienti che soffrono di emicrania, come nel caso della fibromialgia, sono perlopiù donne. L’emicrania, nella maggior parte dei casi, si risolve con una terapia su indicazione del medico di medicina generale. Circa il 10% dei pazienti, invece, non riesce a risolvere la propria sintomatologia e necessita di cure specialistiche, quindi si rivolge agli ambulatori neurologici dove vengono poi somministrate terapie di secondo livello. La ricerca scientifica negli ultimi anni ha evidenziato, prosegue Gragnaniello, come utilizzare terapie supportive di tipo psicologico, oltre ai trattamenti convenzionali, aiutino tantissimo questa percentuale di pazienti che presenta un dolore resistente ai trattamenti farmacologici, soprattutto nei casi di emicrania cronica, estremamente invalidati nella loro vita professionale, sociale e personale.”
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Ultimo aggiornamento: 06 marzo 2025, 10:36