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Un altro traguardo per la sanità della provincia di Ferrara nell’ambito dell’elettrofisiologia: presso l'ospedale SS.ma Annunziata di Cento è stato eseguito con successo il primo intervento di cardioneuroablazione, una procedura innovativa e altamente specializzata per il trattamento della sincope vasovagale cardioinibitoria. L’intervento è stato effettuato su un giovane paziente con frequenti svenimenti che ha evitato l’impianto di un pacemaker grazie a questa nuova tecnica che provoca una denervazione di alcune aree che influenzano il ritmo cardiaco.
“La sincope vasovagale - spiega il Prof. Biagio Sassone, Direttore del Dipartimento Cardiotoracovascolare interaziendale, nonchè della Cardiologia Provinciale della USL di Ferrara - è la forma più comune di svenimento nella popolazione generale, causata da un brusco calo della pressione arteriosa e del battito cardiaco, impedendo al cervello di ricevere sangue e causando, quindi, lo svenimento. In alcuni pazienti, il rallentamento del battito può essere tale da arrivare all’arresto cardiaco per qualche secondo. In questi casi si parla di sincope vasovagale cardioinibitoria. Ed è proprio questa forma sincopale che può giovarsi della tecnica di cardioneuroablazione. Sebbene nella maggior parte dei casi la sincope vasovagale non sia pericolosa per la vita, in alcuni pazienti può diventare invalidante, compromettendo gravemente la qualità della vita, impedendo la guida di autoveicoli o imponendo limitazioni nell’attività lavorativa. Questo succede generalmente quando gli episodi sincopali diventano molto frequenti, non sono prevedibili o causano gravi traumi dovuti alle cadute durante lo svenimento”.
Ancora il Prof. Sassone: “Nella maggior parte dei casi, i pazienti con sincope vasovagale riescono a controllare il disturbo ed evitare le recidive sincopali seguendo le raccomandazioni fornite dal personale medico qualificato. Queste raccomandazioni riguardano alcune modifiche dello stile di vita e dell’alimentazione, come il giusto apporto giornaliero di sale e l’idratazione. In altri casi ancora, i pazienti vengono istruiti sull’esecuzione di alcune facili manovre di contrazione muscolare delle mani o delle gambe, da eseguire autonomamente quando iniziano a comparire i sintomi premonitori che porteranno da lì a breve allo svenimento. Quando, nei casi gravi di sincopi vasovagale cardioinibitoria, queste manovre non siano sufficienti a prevenire gli svenimenti, si può prendere in considerazione l’impianto di un pacemaker. Questa decisione è spesso molto sofferta per la giovane età dei pazienti e per il fatto che circa un 20% potrebbe continuare ad avere svenimenti anche dopo l’impianto del pacemaker. Pertanto, la scelta di impiantare un pacemaker deve rappresentare una soluzione straordinaria, da riservare solo a pochi casi caratterizzati da una particolare gravità del quadro clinico non controllabile con l’approccio convenzionale.“
La cardioneuroablazione è una tecnica recentemente introdotta nella pratica clinica ed eseguita ancora da pochi Centri in Italia, che viene a rappresentare una chance terapeutica per i pazienti con frequenti e gravi episodi di sincope vasovagale cardioinibitoria, altrimenti candidati ad impianto di pacemaker.
Scopo della cardioneuroablazione è eliminare alcuni gangli nervosi situati nel cuore che ricevono segnali dal cervello e dal sistema nervoso autonomo per regolare il battito cardiaco, decidendo se deve rallentare o accelerare a seconda delle necessità del corpo. In pratica, sono come delle "centraline" che aiutano a mantenere il cuore in sincronia con ciò che succede nel resto del corpo. Una volta localizzati, questi gangli vengono disattivati applicando energia sottoforma di radiofrequenza erogata attraverso un catetere. Ne risulta una denervazione che rende meno sensibile il cuore alle stimolazioni vagali, evitando il rallentamento del battito cardiaco responsabile della sincope.
L'intervento è stato eseguito dal Prof. Matteo Bertini della Cardiologia di Cona e dal Dott. Enrico Bertagnin della Cardiologia di Cento. I due professionisti descrivono la procedura che ha previsto l'utilizzo di un sistema di mappaggio cardiaco tridimensionale che ha permesso di navigare dentro il cuore mediante cateteri inseriti attraverso una vena dell’inguine. Quando eseguita da operatori esperti, la l’intervento ha un’ottima probabilità di successo ed è gravata da un basso rischio di complicanze. Infine, la procedura è stata eseguita senza l’utilizzo di radiazioni. Quest’ultimo aspetto è di grande importanza poiché l’intervento viene più frequentemente eseguito in pazienti giovani, spesso ancora in età fertile.
Come evidenzia il Dott. Santo Virzì responsabile della Syncope Unit della Cardiologia di Cento, ancora oggi non esistono farmaci per contrastare questi fenomeni e i pazienti con sincopi vasovagali invalidanti dovrebbero essere presi in carico da centri specializzati con personale sanitario altamente qualificato e dotati di tecnologie che consentano una diagnostica avanzata. “Presso la nostra Cardiologia - continua il Dott. Virzì - è attiva da molti anni una Syncope Unit, unico centro provinciale per lo studio della sincope certificata dal Gruppo Italiano Multidisciplinare per lo studio della Sincope (GIMSI), che garantisce la presa in carico per l’intero percorso di questi pazienti, dalla fase degli accertamenti diagnostici per identificare la causa, fino alla soluzione terapeutica ottimale“.
“È un importante passo avanti per il l’ospedale di Cento”, ha dichiarato il Direttore del reparto di Cardiologia dell’ospedale di Cento. “Grazie a tecnologie di ultima generazione e alla competenza del nostro team integrato delle due aziende sanitarie ferraresi, possiamo offrire ai pazienti soluzioni innovative e personalizzate, migliorando significativamente la loro qualità di vita”.
Il giovane paziente, si è detto grato e ottimista per il futuro. “Per attimo ho vissuto con il timore di dover limitare la mia autonomia nella vita di tutti i giorni e sul lavoro. Ora sento di poter ricominciare a vivere normalmente, avendo scongiurato anche il rischio dell’impianto di un pacemaker”, ha raccontato.
Questo intervento segna un nuovo capitolo nella storia della medicina del territorio, portando l’ospedale di Cento al centro dell’eccellenza sanitaria regionale. La speranza è che questa tecnica possa presto diventare disponibile per un numero sempre maggiore di pazienti affetti da sincope vasovagale e da altre patologie simili.
Con questa procedura, la provincia di Ferrara dimostra ancora una volta di essere all’avanguardia nel campo della salute, grazie a investimenti in innovazione e alla dedizione di professionisti che lavorano per garantire cure di altissimo livello ai cittadini.
A cura di
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Ultimo aggiornamento: 27 febbraio 2025, 09:56