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Informare e sensibilizzare tutti i professionisti e la cittadinanza sul Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) del paziente con tumore gastrico ed esofageo. È questo l'obiettivo dell'appuntamento scientifico promosso dalle Aziende Sanitarie ferraresi, con il patrocino del Comune di Ferrara, che si è svolto recentemente a Ferrara, dal titolo il PDTA del paziente con tumore gastrico ed esofageo.

“Quello che stiamo celebrando oggi, in relazione alla patologia oncologica gastrico-esofagea, sottolinea Monica Calamai, Direttrice Generale delle Aziende Sanitarie ferraresi, è un traguardo importante perché rappresenta la conclusione di un lavoro durato quasi due anni e portato avanti, in termini di multidisciplinarità e la multidimensionalità, da ben 40 professionisti, in sinergia con l’Associazione “Vivere senza stomaco si può”, la cui Presidente è residente a Ferrara. È stato redatto il documento del piano triennale oncologico, incentrato sulla predittività facilitata della diagnosi precoce e naturalmente della prevenzione, su una serie di elementi specifici come invalidità ed esenzioni, senza escludere l’aspetto sociale, psicologico ed emotivo dei pazienti e dei loro familiari durante tutto il percorso di cura e riabilitazione. È inoltre fondamentale la componente digitale, anch’essa inclusa. Abbiamo iniziato un percorso anche sui PDTA di certificazione, per garantire riflessione, revisione e un confronto continuo su tutti i temi necessari da affrontare.”

“Il percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale, spiega Luca Lavazza, Responsabile Scientifico e Rete Ospedaliera AUSL e AOU Ferrara, comprende tutte le attività sanitarie di cui il paziente necessita a partire dalla presa in carico. Dal momento in cui il Medico di Medicina Generale sospetta che il paziente abbia questo tipo di patologia, vengono fatti approfondimenti per definire il trattamento terapeutico necessario. La presa in carico è garantita e continuativa, in ogni fase della malattia. L'approccio multidisciplinare mette i professionisti delle diverse discipline nella condizione di avere un confronto continuo, garantendo al paziente il trattamento migliore. Per quanto riguarda le tempistiche di presa in carico, abbiamo fissato incontri settimanali per calendarizzare i trattamenti stabiliti per ogni paziente, rendendo il più possibile automatico e rodato il percorso che il paziente deve attraversare in tutte le sue fasi. Il PDTA garantisce dunque tempi certi e ridotti per l’effettuazione degli esami. La chirurgia robotica inoltre ha sconvolto lo scenario di trattamento del paziente perché determina un approccio mini-invasivo che riduce drasticamente i tempi di recupero post-operatori.”

È stato riconosciuto come strumento indispensabile l’approccio multidisciplinare: specialisti, medici di medicina generale e associazioni di volontariato collaborano attivamente e in sinergia con il fine comune di ridurre le diagnosi tardive.

“Il PDTA è un strumento fondamentale per la gestione corretta del percorso di un paziente oncologico. Il paziente, spiega Antonio Frassoldati, già Direttore Dipartimento Onco-Ematologico AOU Ferrara, viene preso in carico dal team multidisciplinare dei professionisti del PDTA e viene da loro accompagnato attraverso tutte le fasi del percorso, dalla fase diagnostica a quella terapeutica, senza che debba essere il paziente a preoccuparsi di cosa fare e dove farlo. La diagnosi precoce è spesso ostacolata dal fatto che i sintomi molto spesso sono sintomi comuni e di poco conto, pertanto vengono sottovalutati. A questo proposito, il PDTA serve anche per sensibilizzare a una maggiore attenzione nella valutazione di sintomi, apparentemente innocui, quali ad esempio perita di peso immotivata, dolori gastrici persistenti, difficoltà al transito alimentare. Negli ultimi anni, il trattamento è molto cambiato, soprattutto grazie all’importante sinergia che si è creata fra chirurgia e oncologia e alla combinazione tra chirurgia robotica e trattamenti immunoterapici e chemioterapici. In generale, l’iter della malattia essendo piuttosto lungo si svolge in parte all'interno dell’ospedale e in parte sul territorio, per cui è importante che ci sia integrazione e collaborazione tra le varie discipline, al fine di garantire al paziente oltre che i trattamenti più adeguati, anche le condizioni logistiche migliori per riceverli.”

“Il tumore dello stomaco, chiarisce Luana Calabrò, Responsabile Oncologia Clinica (AOU), si assesta intorno alla quinta neoplasia in termini di incidenza e ogni anno si registrano poco più di 14.000 nuove diagnosi, di cui circa un'ottantina soltanto nella provincia di Ferrara. È una malattia tumorale ad alto tasso di mortalità, tuttavia negli ultimi anni stiamo fortunatamente assistendo a una diminuzione nel trend di incidenza di questo tipo di tumore e ad un progressivo miglioramento della prognosi e del prolungamento della sopravvivenza globale, grazie certamente a un’efficace campagna di sensibilizzazione e d’informazione, all’efficientamento delle tecniche chirurgiche mini-invasive e alla possibilità di ricorrere a nuovi farmaci altamente innovativi, in particolare gli anticorpi monoclonali. Infine, grazie alla ricerca portata avanti in collaborazione con l'Università di Ferrara e altri enti e istituti di ricerca, grazie all’ausilio di tecniche di intelligenza artificiale, di analisi sempre più sofisticate, avremo la possibilità di definire in maniera sempre più accurata e meno invasiva i trattamenti migliori per i pazienti.”

“Le implicazioni e le prospettive della terapia chirurgica personalizzata, sottolinea Nicola de'Angelis, Direttore Chirurgia mini-invasiva robotica dell'apparato digerente (AOU), permettono da una parte di integrare i percorsi medici, chirurgici e oncologici, dall’altra di essere il meno invasivi possibile. Oggi abbiamo la possibilità di monitorare e affrontare le diverse patologie con metodi differenti di altissima qualità, dalla laparoscopia alla robotica, cercando di garantire al paziente la minor perdita di autonomia e la migliore qualità della vita possibili, rispettando il benchmarking di qualità della chirurgia che impatta inevitabilmente nel monitoraggio della malattia.”

“La chirurgia, aggiunge Gabriele Anania, Responsabile di Chirurgia laparoscopica per patologie benigne e maligne gastroenterologiche (AOU), sicuramente rimane un momento centrale nel trattamento del tumore allo stomaco, in concomitanza con le terapie oncologiche altrettanto innovative. Ci sono standard minimi di cura chirurgica, sia essa effettuata in tecnica open, laparoscopica o robotica, che prevedono sia i margini di resezione, sia linfadenectomia, sia l'estensione della resezione gastrica che non possono prescindere per poter consentire la guarigione da questa malattia. Sono interventi molto impattanti sulla vita dei pazienti, ma grazie al PDTA essi vengono supportati da tutto il team di professionisti che li assistono dal primissimo momento, aiutandoli anche naturalmente dal punto di vista nutrizionale, alimentare e psicologico. Questo è il punto di forza principale del PDTA: il confronto continuo e aggiornato tra i professionisti di tutte le discipline coinvolte nel trattamento di questa tipologia di tumore.”

“Il ruolo del medico di medicina generale all'interno del PDTA per il cancro allo stomaco, specifica Elisa Mandolesi, Medico di Medicina Generale, è innanzitutto quello di individuare un sospetto diagnostico il più precocemente possibile. Inoltre il PDTA permette di attuare un percorso che collega il territorio e l’ospedale garantendo al paziente un percorso completo a partire dalla presa in carico. Noi, come medici territoriali, abbiamo un contatto diretto con il sistema ospedaliero, con cui lavoriamo in sinergia e costante collaborazione.”

“Il ruolo del case manager all'interno di un PDTA, spiega Ilenia Finessi, Responsabile Assistenziale Piattaforme Mediche/LPA, Chirurgiche/ortopedie, Cardiologie e DSA Oncologici Ospedali Distrettuali, è quello di coordinare all’interno del team multidisciplinare, tutti gli aspetti e le fasi dell’intero percorso: valutazione, accertamento, pianificazione e programmazione degli esami e quindi anche presa in carico del paziente. Durante la presa in carico del paziente, l’aspetto relazionale tra case manager, paziente e familiari è di fondamentale importanza. È necessario instaurare un rapporto di fiducia basato sul rispetto e creare una comunicazione funzionale, trasparente e sicura. Diciamo che il case manager, in questo senso, diventa una sorta di guida sia per il paziente che per i suoi familiari durante il percorso di cura, ed entra in gioco dall’inizio, ovvero da quando il paziente viene inserito nel PDTA attraverso un colloquio informativo generale fatto insieme ad altri professionisti del percorso stesso. Durante questo colloquio informativo si ricavano le prime informazioni rispetto allo stato del paziente, e soprattutto la sua volontà di partecipare e di essere inserito in questo percorso di cura.”

“Ricevere una diagnosi di tumore allo stomaco, afferma Claudia Santangelo, Presidente Associazione “Vivere senza stomaco si può”, getta inevitabilmente nello sconforto, ma la cosa importante è sapere a chi rivolgersi e l’associazione che rappresento fornisce anche questo genere di indicazioni: quali sono i centri a cui rivolgersi, dove sono attivi i PDTA, quali sono i percorsi dedicati. Poi chiaramente, una volta usciti dall'ospedale, sempre grazie a un PDTA, si ha la possibilità di essere seguiti lungo tutto il percorso della vita. La cosa più importante da capire appena si esce dall’ospedale è come nutrirsi, come organizzare la propria alimentazione quotidiana.  Se abbiamo la fortuna che un paziente si rivolge a noi in fase iniziale, forniamo indicazioni affinché sappiano che cosa chiedere alla struttura a cui si rivolgerà, al team di professionisti che lo seguiranno prima e dopo l’intervento. Se viene intercettato in fase iniziale, vivere senza stomaco è possibile.”

“L'iniziativa di oggi, conclude Cristina Coletti, Assessora alle Politiche Socio-Sanitarie, è una bella occasione per mettere in risalto la collaborazione tra tutti i protagonisti che intervengono in questo percorso. La città di Ferrara può davvero contare su un terzo settore molto vivace e molto coeso, comprese le realtà associative e i pazienti stessi. Il PDTA in particolar modo permette di creare attorno al paziente un percorso personalizzato, tempestivo ed efficace. Il riconoscimento massimo va chiaramente alle nostre aziende che modo puntuale sanno di mostrare vicinanza al cittadino.”

La puntata è visibile sul canale You Tube Ausl Ferrara a questo link https://youtu.be/a-E6RKFerB0 e sulle seguenti pagine Facebook: Azienda Usl Ferrara, Azienda Ospedaliero Universitaria S. Anna, Comune di Ferrara, Comune di Cento, Comune di Copparo, Comune di Codigoro, Ferrara Focus.

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Ultimo aggiornamento: 20 dicembre 2024, 12:57