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Le donne devono sapere che oggi per curare un tumore alla mammella esistono strumenti nuovi e che sono più efficaci nella cura. Sono test genomici, completamente gratuiti per la paziente, che non solo consentono di individuare cure più precise ma sono anche in grado di fornire maggiori informazioni sul rischio che la malattia si ripresenti, una volta curata.
Nuove conoscenze che sono state divulgate alla popolazione ferrarese nel pomeriggio di mercoledì 15 giugno, alla Sala Estense. L’Associazione delle donne operate al seno (Andos) a guida di Marcella Marchi, a Ferrara, ha fatto sedere insieme e sul palco della Sala Estense AuslFe, Azienda ospedaliero universitaria di Cona e Comune di Ferrara per spiegare meglio in che cosa consistono i nuovi strumenti di cura organizzando l’incontro aperto al pubblico “I test genomici nella diagnosi e terapia dei tumori mammari in fase precoce”.
L’evento è stato realizzato con la collaborazione della Direzione dei servizi interaziendali di formazione e aggiornamento di Ausl e Aou (SIFA) diretto da Marilena Bacilieri che, prima dell’appuntamento di mercoledì, il 9 giugno, ha organizzato, a Cona, anche il corso di formazione per gli addetti del settore proprio sullo stessa tema.
L’incontro pubblico è stato aperto dalla presidente di Andos Marcella Marchi che ha ringraziato tutti i partecipanti all’evento. Sono poi seguiti i saluti dell’assessore alle politiche sociali Cristina Coletti che ha affermato che l’iniziativa è “un bell’esempio di collaborazione fra l’amministrazione pubblica, la sanità locale e il mondo del volontariato su un tema che va affrontato soprattutto per attivare tutto quanto necessario per la prevenzione”. E’ seguito l’intervento del direttore sanitario di AuslFe Emanuele Ciotti che nel portare i saluti della direttrice generale Monica Calmai (impegnata in un appuntamento istituzionale a Roma, ndr) ha poi snoccialato alcuni numeri sulla diffusione della patologia nel Ferrarese. “Oggi sono 400 le pazienti in cura – ha affermato Ciotti – ma più della metà sono casi individuati grazie allo screening mammario che oggi conta il 75% delle adesioni a questo tipo di percorso di prevenzione”.
Poi il momento dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cona con la direttrice della gestione operativa dell’ospedale di Ferrara Antonella Grotti che ha aggiunto: “L’azienda ha subito recepito le indicazioni ministeriali e regionali e abbiamo aggiunto un ulteriore tassello al percorso diagnostico terapeutico assistenziale di questa patologia”.
In che cosa consistono le nuove cure per il tumore alla mammella? “Sono nuovi test che studiano i geni del tumore e non più solo le proteine” spiega il direttore del dipartimento interaziendale AuslFe e AouFe Antonio Frassoldati. Lo studio dei geni tumorali “è un modo più raffinato per avere delle informazioni sul tipo di tumore che ha la paziente”. E dunque è un test “che permette all’oncologo di stimare con più precisione il rischio che la malattia, una volta curata, si possa ripresentare“. Frassoldati conclude affermando: “In questo modo diamo alla paziente giusta la terapia più giusta evitando i sovra-trattamenti”.
I nuovi test consentono dunque la somministrazione di ‘cure di precisione’ nel percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) del tumore alla mammella. Sono in grado di fornire maggiori strumenti all’oncologo per capire se la donna colpita da tumore mammario ha necessità o meno di sottoporsi alla chemio. Nuovi strumenti di cura che sono il frutto di un’evoluzione della ricerca anatomo-patologica perché “la miglior conoscenza della complessità morfologica e biomolecolare del tumore consente di capire meglio il suo tipo di carica tumorale” ha meglio precisato la professoressa di Unife Patrizia Querzoli.
Le parole di speranza, infine, della presidente di Andos Marchi che dichiara: “Oggi i progressi per la cura del tumore mammario non solo chirurgici ma anche nelle cure e per questo abbiamo voluto spiegare alla cittadinanza che cosa viene fatto anche nel nostro territorio”.
Ultimo aggiornamento: 19 novembre 2024, 09:14