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Scrivere una nuova pagina nella storia della oncologia con farmaci specifici, più efficaci e meno tossici. È l’ambizioso obiettivo della medicina moderna, perseguito da uno studio tutto ferrarese, condotto dall’Oncologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara in stretta collaborazione con il Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna dell’Università degli Studi di Ferrara.

L’innovativo studio clinico-traslazionale si chiama “Bio-CTC Breast Study”, viene condotto su donne con una forma di tumore mammario particolarmente aggressivo e difficile da trattare e mira a studiare le cellule tumorali circolanti per individuare dei biomarcatori predittivi di responsività al trattamento immunoterapico e studiare più a fondo questo tumore per identificare nuovi farmaci.

In parole più semplici, riuscire a studiare a fondo le cellule tumorali e identificare dei biomarcatori consentirà di selezionare al meglio le pazienti che possono essere trattate con l’immunoterapia ‘prevedendone’ l’efficacia, ed evitando così di somministrare farmaci a donne che non risponderanno positivamente a questa strategia terapeutica.

Lo studio porta le firme del prof. Antonio Frassoldati, direttore del Dipartimento Onco-Ematologia interaziendale, della prof.ssa Luana Calabrò, del Dipartimento di Medicina Traslazionale di UniFE e responsabile del programma Dipartimentale di Immuno Oncologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e del prof. Stefano Volinia del Dipartimento di Medicina Traslazionale di UniFE.

Lo studio verrà condotto su un selezionato gruppo di donne in cura all’Ospedale “Sant’Anna” di Cona per un tumore mammario triplo negativo, chiamato così perché non esprime il recettore per l’estrogeno e progesterone, e neanche il recettore-2 per il fattore di crescita epidermico umano (HER2), e quindi donne che per le caratteristiche biologiche del loro tumore non sono candidabili al trattamento con terapia ormonale o alcuni farmaci biologici. Il tumore mammario triplo negativo ricorre in circa il 15% - 20% di tutti i sottotipi di tumore mammario.

In aggiunta all’aggressività della malattia, avere possibilità terapeutiche limitate porta inevitabilmente ad avere una prognosi meno favorevole, ed è per questo considerato il tumore al seno più difficile da trattare, con una sopravvivenza media dalla diagnosi inferiore rispetto alle altre forme.

È pertanto importante aprire nuove prospettive per personalizzare il trattamento, migliorare la prognosi, e identificare nuove cure per questa malattia.

È un orgoglio avviare questo studio qui a Ferrara, dove la stretta interazione tra la parte ospedaliera e la componente universitaria consente di lavorare su studi fondamentali non solo per il risvolto accademico ma anche e soprattutto per l’impatto clinico, a beneficio della comunità. Non c’è innovazione senza ricerca, specie quando si tratta di lavorare attivamente per offrire nuove prospettive a donne con limitate chance terapeutiche” dichiara la prof.ssa Calabrò, che condurrà lo studio con il prof. Frassoldati in strettissima collaborazione con il Dipartimento di Medicina Traslazionale rappresentato dal prof. Volinia allo scopo di promuovere ed incentivare ulteriormente la ricerca clinico-traslazionale.

Lo studio, approvato dal Comitato Etico di Area Vasta, è già partito con l’’arruolamento’ delle pazienti, una trentina in questa fase iniziale, per avviare l’analisi dei biomarcatori. Si prevede di avere i primi risultati entro due anni, valutando l’impatto in termini di sopravvivenza, e con l’auspicio di poter offrire nel prossimo futuro nuove prospettive a queste donne, che anticipiamo in occasione di “Autunno Rosa 2023”, la campagna di sensibilizzazione sul tumore alla mammella, a cui aderiscono le due Aziende Sanitarie ferraresi con l’obiettivo di sensibilizzare un numero sempre più ampio di donne sull’importanza fondamentale della prevenzione e della diagnosi precoce del tumore al seno, oltre che sulle innovazioni in campo terapeutico.

Ultimo aggiornamento: 25 novembre 2024, 10:52