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Un femminicidio ogni tre giorni, circa una donna su tre nel mondo ha subito violenza nella sua vita. Violenza verbale, psicologica, fisica, violenza economica. Sono numeri che sembrano non lasciare scampo, ma la violenza si può combattere anche con l'informazione, le iniziative come quelle organizzate in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e protocolli e servizi per poter aiutare le vittime ma anche gli aggressori.

Se ne è parlato nel corso di Salute Focus Ferrara (format web a cura dell'azienda Usl di Ferrara condotto da Alexandra Boeru) con Monica Calamai, Dir. Gen. Ausl Ferrara, Rosa Maria Gaudio, Risk Manager AospUniv S. Anna, Cinzia Pizzardo, presidente CUG Ausl Ferrara, Marco Orioli, Resp. Infermieristico 118 Ausl Ferrara, Michela Fortino, CPSI Pronto Soccorso/118 Ospedale di Cento, Anna Ruggeri Psicologa Ausl Centro Uomini Maltrattanti Ferrara.

“Le iniziative di questa settimana, ha messo in evidenza in apertura Monica Calamai dir. Gen Ausl Ferrara, hanno come obiettivo: sensibilizzare al tema della violenza sulle donne, per avviare una procedura sempre più dettagliata tanto nel contesto sanitario quanto in quello culturale. Oggi la discriminazione di genere è legata alla violenza fisica, fino al femminicidio, ma anche alla violenza psicologica, compresa la forzatura ad accettare matrimoni combinati. Discriminazione di genere, ha proseguito Calamai, che impedisce la partecipazione della componente femminile allo sviluppo della società”.

“Nell'ultimo anno abbiamo fatto passi normativi importanti, ad esempio sulla certificazione di genere nella pubblica amministrazione. La violenza di genere è frutto di un percorso culturale che abbraccia tutti gli ambienti in cui noi viviamo, ambienti che discriminano più o meno direttamente, il genere femminile”. “E' importante – aggiunge la Direttrice Generale delle Aziende sanitarie ferraresi - focalizzare l'attenzione sugli aspetti che oggi, finalmente, siamo in grado di contrastare. Stiamo incentivando con delle prese di posizione la nostra presenza su tavoli non solamente locali, l'avvio del bilancio di genere è solo la prima di una lunga serie di iniziative per avere un quadro generale sempre aggiornato e accurato al fine di poter attuare azioni mirate e correttive, per ridurre la discriminazione di genere”.

Monica Calamai ha poi ricordato che nel 2021 i casi di violenza sulle donne in Italia sono stati 15.720, raddoppiati rispetto al 2019. Dati che impongono di proseguire con i percorsi avviati, anche con nuove linee guida come recentemente fatto dalla regione Emilia Romagna”

“L’approccio nei confronti della donna vittima di violenza – spiega la Risk Manager Aosp Univ S. Anna Maria Rosa Gaudio - parte innanzitutto dal 118 e dal pronto soccorso. Ci possono essere casi in cui la vittima accede per degli esiti lesivi, oppure per riferite situazioni accidentali, e nel corso delle attività che vengono eseguite al PS può scaturire una dichiarazione libera di essere stata vittima di abusi o maltrattamenti o violenze fisiche”.

Accanto agli accessi – diretti o veicolati dal 118 o dalle forze ordine – ci sono anche altri tipi di accessi distribuiti in tutto il territorio: centri anti-violenza, attività di accoglienza e orientamento, assistenza psicologica e legale.

“Fondamentale in un territorio – aggiunge la professoressa Gaudio - è creare la massima collaborazione tra i rappresentati delle pubbliche amministrazioni, ma anche e soprattutto tra i colleghi che si occupano del fenomeno, puntando anche sulla prevenzione attraverso i protocolli di intesa.”

E ancora Gaudio: “L'approccio sul territorio prevede accoglienza e assistenza alle donne vittime di violenza all’interno dei PS dei vari presidi, convogliando all’interno del PS dell’azienda ospedaliera universitaria di Cona le violenze sessuali e i maltrattamenti e abusi fisici sui minori. Questo metodo di distribuzione serve per poter svolgere le attività di tutela, ma soprattutto per promuovere le attività giuridiche complesse, tra cui il raccoglimento e la conservazione di prove, seguendo un preciso protocollo, da poter utilizzare durante un eventuale processo”.

“Le attività da eseguire nei PS prevedono l’illustrazione delle attività assistenziali e terapeutiche a cui la donna vittima di violenza ha la possibilità e il diritto di partecipare, la possibilità di ricevere assistenza psicologica all’interno del PS durante il ricovero, ma anche durante l’intero percorso riabilitativo, per scongiurare il rischio di essere di nuovo vittima di aggressioni sia all’interno che fuori la famiglia”

Tra il 2018 e il 2021 ci sono stati, in totale nei Pronto Soccorso della provincia di Ferrara, 1154 accessi per maltrattamenti, abusi, aggressioni nei confronti di donne (nel 2018 gli accessi sono stati 345, 312 nel 2019, 223 nel 2020 e 274 nel 2021).

In particolare, ha poi precisato Maria Rosa Gaudio, per quanto riguarda le violenze sessuali vengono accompagnate tutte presso il presidio ospedaliero di Cona, dove è attivo un team multidisciplinare che ha la possibilità di recuperare alcuni elementi di prova, conservare e custodire adeguatamente gli elementi che possono essere utili ai processi.( Totale accessi per violenza sessuale tra il 2018 e il 2021 – 60 di cui 15 nel 2018, 13 nel 2019, 15 nel 2020 e 17 nel 2021)

Anche per quanto riguarda le aggressioni sui minori le vittime vengono accompagnate all'ospedale di Cona dove è presente il PS pediatrico. “Nell’ambito di questi casi – puntualizza Gaudio - c’è una percentuale sempre maggiore che coinvolge i maschi di età media compresa tra i 10 e i 14 anni.” (Totale accessi per maltrattamenti, abusi, aggressioni nei confronti di minori, 57 tra il 2018 e il 2021, di cui 31 maschi e 26 femmine. Nel 2018 i casi sono stati 12, nel 2019 sono stati 24, nel 2020 sono stati 15 e nel 2021 6).

“La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne è un’occasione per rinnovare l’impegno delle aziende sanitarie al rispetto delle differenze di genere e ad intercettare le richieste d’aiuto delle vittime di violenza. “I comitati unici di garanzia - ha spiegato la presidente del CUG Ausl Ferrara Cinzia Pizzardo - hanno fra i principi costitutivi e istituzionali il contrasto di qualsiasi violenza e il rispetto delle pari opportunità”. E aggiunge: “Quando parliamo di violenza sulle donne, non siamo di fronte solo alla violazione dei diritti umani, ma anche ad un problema di sanità pubblica. La violenza fisica ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica e sulla salute mentale e sessuale della donna per cui l’impatto sociale non può essere ignorato.”

“Le iniziative che sono state intraprese per questa giornata sono distribuite in una settimana attraverso la diffusione di brochure informative, l’attivazione di punti di ascolto e l’organizzazione di convegni con l'obiettivo di far sentire le donne meno sole e renderle consapevoli che c’è un sistema strutturato che le può sostenere ed un percorso da poter intraprendere, non da sole, nel momento in cui sentono di dover denunciare per aver subito un atto di violenza” aggiunge Pizzardo.

Fondamentale in questa partita il contributo di chi, la maggior parte delle volte, arriva per primo a soccorrere la donna vittima di violenza, ovvero gli operatori del 118.

Proprio a loro è rivolto un momento formativo (iniziativa realizzata con il patrocinio dell'Assessorato alle pari opportunità del Comune di Ferrara) nel quale verrà presentata la procedura del 118 nel protocollo di azione. “L’obiettivo – spiega Marco Orioli resp. Infermieristico 118 Ausl Ferrara - è quello di ottimizzare e migliorare l’assistenza e l’approccio anche in ambito extra ospedaliero, quindi sul territorio”. E Orioli dichiara: “Il nostro desiderio è quello di inserire il 118 nella rete multiprofessionale e multidisciplinare già esistente. In questo modo possiamo fornire agli operatori gli strumenti adeguati per riconoscere le situazioni a rischio e valutare situazioni che si mostrano in un modo ma che spesso mascherano un caso di violenza”. E ancora: “Spesso le donne rifiutano il trasporto al PS per una serie di motivi estremamente complessi e delicati. Il nostro ruolo non deve essere quello di convincere la donna a ricevere assistenza, ma metterla al corrente delle strutture dove può recarsi in un secondo momento e quali sono le cure e i servizi a sua disposizione.”

Ed è esattamente quando accade anche nei pronto soccorso.

“Il personale del triage - ha spiegato Michela Fortino CPSI Pronto Soccorso/118 ospedale di Cento - viene formato per riconoscere le problematiche legate a questo argomento anche quando non sono espressamente dichiarate. Ha la possibilità di attivare al figura del mediatore culturale, sia per superare la barriera linguistica ma soprattutto per dare la possibilità alla persone di parlare liberamente garantendone la privacy.”

“La vittima di violenza, insieme ai propri figli se presenti, è condotta in un ambulatorio dedicato, come per esempio quello presente nel PS di Cento. Nella nostra realtà, ha proseguito Fortino, diamo un codice arancione per garantire la visita medica in tempi rapidi ed offrire tempestivamente quell’ascolto empatico alle donne che subiscono maltrattamenti. Se ci sono dei traumi maggiori o instabilità emodinamica si attribuisce subito il codice rosso. Dopo essere stata presa in carico dal medico di PS e dopo aver fatto le valutazioni del caso vengono seguiti due percorsi: la donna che decide di allontanarsi dal maltrattante viene presa in carico dal centro donne e giustizia di Ferrara e accompagnata dalle forze dell’ordine in un luogo sicuro. L’altro, per le donne che hanno bisogno di maturare un iter di fuoriuscita dalla violenza domestica, è prendere appuntamento con numero dedicato attraverso sportello del centro antiviolenza (aperto tutti i martedì e i mercoledì dalle 14.30 alle 18.30). I percorsi sono assolutamente gratuiti”.

L’ospedale di Cento ha aderito anche quest’anno al progetto della fondazione Onda per il progetto open week per divulgare informazioni su un argomento così delicato che presenta numeri altissimi, e sottostimati perchè solo 1 donna su 3 denuncia. E' stato creato un punto informativo con distribuzione di materiale nell’area di ristoro dell’ospedale, in collaborazione con il supporto delle operatrici del centro donne e giustizia di Ferrara, della polizia locale del Comune di Cento e due avvocate esperte.

All’ospedale di Cona invece, ci saranno visite ginecologiche gratuite con una professionista esperta nel percorso della presa in carico della donna che subisce violenza.

Nella nostra provincia il sistema sanitario non tralascia la possibilità di intervenire anche sugli uomini che la perpetrano.

“Il centro uomini maltrattanti, ha spiegato la Psicologa del centro Anna Ruggeri, ha la funzione di ridurre il rischio di recidiva. Se l’uomo non viene trattato, la probabilità di reiterazione del reato è molto alta. Di fatto ci occupiamo degli uomini autori di violenza per proteggere le donne, e i minori quando sono coinvolti più o meno direttamente”.

Gli uomini che accedono al centro, attivo da Marzo 2022, sono over 18 che hanno compiuto uno o più atti di violenza nei confronti della partner o della ex partner e possono accedere volontariamente. Tendenzialmente sono stati informati da avvocati, familiari, partner o ex partner, oppure l’uomo stesso maltrattante che inizia a cogliere la gravità delle sue azioni. “Dopo una valutazione della motivazione intrinseca, quindi del desiderio totale o parziale di cambiare, ha spiegato la Psicologa, si valuta anche la presenza di altre problematiche di carattere sanitario, problemi psichiatrici, l’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti o alcol. In questo caso ci mettiamo in contatto con i servizi sanitari che possono prenderlo in carico o che hanno già in carico il paziente per valutare insieme l’opportunità del servizio”.

Chi accede al centro deve dare il consenso al contatto della partner o ex partner coinvolta e della rete istituzionale, se coinvolta. “Questo perché, ha sottolineato Anna Ruggeri, abbiamo come obiettivo la protezione ella donna e dei minori”.

Il servizio, che al momento ha in carico 10 casi, è operativo nelle case della salute di Bondeno, Copparo, Codigoro, Comacchio e Portomaggiore, è erogato da due psicologi e psicoterapeuti, il martedì mattina presso la casa della comunità di Comacchio, il martedì pomeriggio presso la casa della comunità di Codigoro, il giovedì Portomaggiore e venerdì Copparo e Bondeno.

Ultimo aggiornamento: 19 novembre 2024, 08:56