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Nella Casa di Comunità di Ferrara, la “Cittadella San Rocco”, dal 26 settembre è attivo l’Ambulatorio a Bassa Complessità
Non è un pronto soccorso e nemmeno un punto di primo intervento, così come non è prevista assistenza pediatrica. Quali sono le prestazioni che offre, come è organizzato e con quali possibili ricadute sui pronto soccorso della provincia?
Lo hanno spiegato, nel corso di un nuovo appuntamento con Salute Focus Ferrara (format web di approfondimento a cura dell'Azienda Usl di Ferrara condotto da Alexandra Boeru) Emanuele Ciotti Direttore Sanitario Ausl Ferrara, Marika Colombi a capo della Direzione Infermieristico Tecnica Ausl Ferrara, Carlotta Serenelli Dirigente Medico Cure Primarie Ausl Ferrara, Daniele Cariani Dir. Unità Operativa Pronto Soccorso Ausl Ferrarae Rita Previati Dir. Medicina Emergenza Urgenza, Aosp. Univ. S. Anna Ferrara.
“L'attivazione del nuovo ambulatorio a bassa complessità – spiega - Emanuele Ciotti, direttore sanitario Ausl Ferrara - si inserisce nell'ambito di un piano di miglioramento della rete del pronto soccorso e più in generale sul sistema sanitario del territorio”.
“Gli accessi nei pronto soccorso, a livello provinciale, si stima che quest'anno saranno attorno ai 60mila, ben al di sotto di quelli del 2019 che erano stati 74mila”. E Ciotti aggiunge: “E' però un dato oggettivo che i tempi di attesa, anche a livello regionale, su alcuni nostri presidi sono aumentati.”
E proprio per ridurre i tempi di attesa nei PS che la Regione Emilia Romagna, con una nota del direttore generale, ha dato mandato alle aziende sanitarie di iniziare a gestire, con ambulatori dedicati nei pronto soccorso, oppure presso le case della salute, le casistiche più lievi.
“Per il nostro territorio – prosegue il direttore sanitario Ausl - la scelta di avviare l'ambulatorio presso la Cittadella S. Rocco è strategica, anche come accessibilità rispetto alla città. Inoltre la centrale del 118 rappresenta un connotato di sicurezza in più.”
L'ambulatorio si inserisce nel contesto del Decreto Ministeriale 77 che regolamenta la riorganizzazione della medicina territoriale e che ha come obiettivo anche il funzionamento delle case della salute sette giorni su sette.
“Questo ambulatorio – ribadisce Ciotti - non è ovviamente un pronto soccorso né un punto di primo intervento ma ha qualcosa in più della medicina generale e della continuità assistenziale, ovvero la possibilità di eseguire esami di laboratorio, terapie endovenose, radiografie ed ecografie.”
I numeri. Dopo 29 giorni di apertura dall'ambulatorio sono stati gestiti una media di 8 pazienti al giorno, è stata eseguita in media una radiografia al giorno, una valutazione di esame di laboratorio e 0,3 ecografie al giorno.
“La casistica che stiamo vedendo – prosegue - è fino ad ora appropriata a quello che l'ambulatorio può trattare, evitando l'accesso improprio al PS. L'intenzione è quella di dare continuità anche sulle altre case della salute per dare una risposta di prossimità gestendo questa casistica di bassa complessità all'interno di un setting adeguato.”
All'origine dell'avvio dell'attività dell'ambulatorio c'è la progettazione condivisa tra area delle professioni sanitarie e area direzione sanitaria. “Abbiamo costituito un gruppo multi-professionale – spiega Marika Colombi Dir. Direzione Infermieristico Tecnica Ausl Ferrara - composto dai medici dell'UCA e dal personale infermieristico assegnato alle case della salute, con competenze specifiche che permettessero di gestire la casistica che si può presentare. Abbiamo anche definito la logistica, per non confondere l'utenza con altri percorsi, e anche i software per gestire la casistica stessa.”
“Un ambulatorio dove – precisa Colombi - è possibile nell'ambito della visita e della presa in carico, avere il referto di eventuali prelievi ematici, in loco, senza dover trasportare le provette a Cona. Presso l'ambulatorio possono essere effettuate medicazioni, rilevazioni di parametri vitali, monitoraggio durante somministrazione farmaci”. E ancora: “Questo contesto permette di individuare determinate casistiche che potrebbero essere poi orientate verso altri percorsi specialistici, o nei casi particolarmente complessi o urgenti, vista la presenza del 118, di inviare a Cona il paziente.”
Al momento l'ambulatorio è aperto 7 giorni su 7 (dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14.30 e il sabato e la domenica dalle 8.30 alle 12.30) ad accesso diretto, ma, ha concluso Colombi, se l'affluenza dovesse aumentare siamo pronti a garantire il famoso 7 giorni su 7, H12”.
“Per quanto riguarda il personale medico, sono stati coinvolti i medici dell'Unità di Continutà Assistenziale, la cui attività, ha spiegato Carlotta Serenelli Dirigente Medico Cure Primarie Ausl Ferrara, si svolge su un doppio canale: da una parte all'esterno per quanto concerne il Covid, dall'altro con il percorso dell'ambulatorio.”
“C'è molto entusiasmo tra i medici” evidenzia Serenelli che aggiunge: “Alcuni sono medici storici delle Uca, altri del corso di medicina generale, altri ancora sono specializzandi che nei momenti liberi, prevalentemente il sabato e la domenica, aiutano facendo sia attività di Uca che ambulatorio a bassa complessità”.
“Al momento – afferma ancora Serenelli - stiamo vedendo che l'utenza arriva per problematiche appropriate all'ambulatorio e questa, anche dal punto di vista dei medici, è un'ottima risposta”.
A fare il punto sul tema dell'appropriatezza degli accessi, questa volta dal punto di vista dei pronto soccorso, è stato invece Daniele Cariani Dir. Unità Operativa Pronto Soccorso Ausl. “L'obiettivo del Pronto soccorso è quello di trattare i casi emergenti urgenti, purtroppo però a volte il pronto soccorso è identificato come luogo in cui risolvere qualunque tipo di problematica sanitaria”. E aggiunge: “L'accesso inappropriato dovrebbe essere gestito sul territorio con la medicina generale, la continuità assistenziale e ora con questi ambulatori che possono fare da filtro per casi minori”. E Cariani evidenzia: “E' importante ricordare che accessi impropri causano un incremento dei tempi attesa peggiorando l'iperafflusso nei ps. Un dato fornisce la dimensione del fenomeno: il 22% degli accessi dei pronto soccorso Spoke (quelli che fanno capo alle strutture Ausl) è inappropriato”
Molte, è lecito dunque immaginare, le aspettative rispetto a ricadute positive dell'ambulatorio sull'attività anche del Pronto Soccorso di Cona.
“Ci aspettiamo – dichiara Rita Previati Dir. Medicina Emergenza Urgenza, Aosp. Univ. S. Anna Ferrara - una riduzione dell'afflusso dei codici verdi e bianchi, e di conseguenza anche un effetto positivo sul trattamento e la velocità di presa in carico dei codici maggiori”
“Nel nostro ps (che è PS Hub con un'area ad alta complessità) i codici bianchi e verdi sono il 40% degli accessi”. E Previati spiega meglio: non tutti sono accessi impropri, ma circa una metà di questi possono essere considerati come accessi che possono trovare una soluzione fuori del pronto soccorso”.
“Gli effetti si iniziano già a vedere ma – conclude - stiamo programmando a 3 mesi dall'apertura dell'ambulatorio, una verifica per capire se quello che noi percepiamo come miglioramento dei tempi di attesa coincide con la riduzione numerica degli accessi dei codici bianchi e verdi nel pronto soccorso di Cona”.
Ultimo aggiornamento: 19 novembre 2024, 08:57