Contenuto
Dal 26 settembre, nella Casa di Comunità di Ferrara, la “Cittadella San Rocco” è attivo l’Ambulatorio a Bassa Complessità.
Non è un Pronto Soccorso e nemmeno un Punto di Primo Intervento, così come non è prevista assistenza pediatrica. Quali sono le prestazioni che offre, come è organizzato e con quali possibili ricadute sui Pronto Soccorso della provincia?
Il tema è al centro della nuova puntata di Salute focus con gli interventi di Emanuele Ciotti il direttore sanitario Ausl Ferrara, Giuliana Fabbri sub commissario sanitario Aosp Fe, Marika Colombi a capo della Direzione Infermieristico Tecnica Ausl Ferrara, Carlotta Serenelli Dirigente Medico Cure Primarie Ausl Ferrara, e Dario Gozzi medico ambulatorio ABC Ferrara.
“L’ABC non è un pronto soccorso, né un punto di primo intervento – sottolinea Emanuele Ciotti direttore sanitario Ausl Ferrara - perché entrambi forniscono una serie di servizi che nell’ABC non ci sono. È simile ad un ambulatorio di medicina generale con l’aggiunta di alcuni servizi: esami di laboratorio, diagnostica rx o ecografie, che permettono di poter gestire in tempi brevi pazienti con codici bianchi che altrimenti si recherebbero presso il Pronto Soccorso.”
“Si cerca dunque di sgravare le lunghe attese dei ps – prosegue Ciotti - gestendo in maniera alternativa i pazienti non gravi, evitando loro attese prolungate. Abbiamo scelto, d’accordo con la Regione, non un ospedale ma la casa della comunità, perché più prossima ai cittadini”.
Si tratta di un progetto sperimentale da leggere già all’interno della programmazione del Decreto Ministeriale 77, per cui le case della comunità dovranno svolgere questa funzione di gestione delle così dette piccole urgenze.
“Le case della comunità – continua il direttore sanitario Ausl - hanno un servizio di radiologia che permette di escludere o meno una frattura, constatare la gravità di una colica attraverso ecografie, e fare diagnosi. Il fine di questo progetto, che ricordiamo è ancora in fase sperimentale, è di monitorarne l’andamento e la funzionalità, con l’intento eventualmente di aumentare il numero di ore e attivarlo anche nelle case della salute di Bondeno e Comacchio”.
I numeri. Dall'apertura sono stati gestiti 823 pazienti con una media giornaliera di 10 utenti e picchi di 22/23 in sei ore.
“I cittadini accedono all’Ambulatorio ABC in maniera appropriata. Hanno capito che – evidenzia Ciotti – il servizio prevede il trattamento di codici minori: e su questo fenomeno vediamo dati un incremento. Il target che ci eravamo prefissato era quello di 30 pazienti in sei ore. Il Pronto Soccorso di Argenta vede circa 35 pazienti in ventiquattro ore, quindi 23 pazienti sembrano pochi per un PS come Cona che vede anche 146 accessi al giorno, ma rispetto ai Ps di più piccole dimensioni sono già numeri importanti”.
“La scelta della casa della comunità di Ferrara è stata rafforzata anche dalla presenza del 118 al suo interno, quindi è presente tutto il sistema dell’emergenza urgenza, ma anche di molti specialisti e due internisti” chiosa Ciotti che prosegue affermando: “È un ambulatorio di assistenza primaria, ma ha una connessione diretta con Cona, quindi per alcune dinamiche che si presentano c’è una comunicazione continua ed immediata con i professionisti”.
E poi ancora: “Quello che abbiamo riscontrato è che c’è appropriatezza. Va ricordato però ancora una volta che questo non è un PS pediatrico e neanche ginecologico, quindi ovviamente le persone con questi problemi non devono venire qui”.
Nell’Ambulatorio opera un’equipe multi-professionale formata da medici afferenti alle Unità Continuità assistenziale (UCA) e personale infermieristico afferente alla Casa di Comunità.
“Sono medici – spiega la Dirigente Medico Cure Primarie Ausl Ferrara Carlotta Serenelli - che, precedentemente formati insieme agli infermieri, hanno già la convenzione come medici di medicina generale, o stanno facendo il corso per l'abilitazione, e specializzandi dell'Università di Ferrara. La loro formazione è piuttosto eterogenea e improntata sulla medicina generale, volta ad individuare quali tipologie di patologie possono essere prese in carico e in che modo”.
E Serenelli prosegue affermando: “La maggiore casistica trattata riguarda i traumi, che possono avere esisti diversi, e si va dal traumatismo cutaneo alle eventuali fratture o distorsioni. Altre patologie che arrivano all’Ambulatorio ABC sono quelle di tipo cutaneo, o anche disturbi della pelle non meglio definiti; casistiche oculari; casistiche, soprattutto addominali, che necessitano di ecografie o emocromo, per escludere patologie acute”. E puntualizza: “In questi casi gli esami ematochimici possono aiutare, ma quando la situazione appare grave, il paziente viene indirizzato al pronto soccorso generale o specialistico con già un inquadramento minimo della problematica in atto”.
Serenelli infine ricorda: “L'ABC non è nato per prendere in carico il paziente, poiché successivamente il paziente non torna in ABC ma viene preso in carico dal medico di medicina generale”.
“Nell'ambulatorio ABC è sempre presente un infermiere che è una figura fondamentale” evidenzia Marika Colombi a capo della Direzione Infermieristico Tecnica Ausl Ferrara.
“Per selezionare il personale infermieristico destinato all'ABC - spiega Marika Colombi - viene utilizzato innanzitutto un criterio di anzianità in ambito clinico specialistico. Sono infermieri che afferiscono alla casa della comunità e che hanno esperienza in ambito assistenziale consolidata”. E precisa: “In particolar modo, afferiscono all'area della specialistica ambulatoriale”.
Il personale infermieristico viene sottoposto a un corso di formazione, sia rispetto al target di popolazione da prendere in carico, sia rispetto a tutti i percorsi paralleli. “All'interno dell'ABC – prosegue Colombi - gli infermieri possono eseguire prelievi che vengono processati attraverso i POCT (Point of care test, ndr) avendo un referto in loco immediato, e poi accompagnare anche l'utente ad eventuali esami radiologici o ecografie.”
“Quelli che prestano la propria attività all'interno dell'ABC – rimarca Colombi - sono abituati a gestire le casistiche a minore complessità perché molti di loro hanno gestito in autonomia i così detti ambulatori della cronicità o ambulatori infermieristici, quindi sono “addestrati” a prendere in carico il paziente e a svolgere attività in ambito ambulatoriale, come prelievi di base, percorsi radiologici o ecografici”.
All'interno di questo ambulatorio, oltre alla rilevazione dei parametri vitali, vengono effettuate anche medicazioni, eventuali gestioni di dispositivi medici, e trattati molti aspetti legati all'educazione e all'aderenza terapeutica.
Ad entrare più nel dettagli dell'attività dell'ABC è stato Dario Gozzi che esercita l’attività di medico proprio nell’Ambulatorio a bassa complessità.
“Riguardo all’aumento dell’utenza registrata presso l'ABC – spiega Gozzi - è stato fondamentale il passaparola e la comunicazione da parte dei media locali. L’afflusso, che inizialmente era più basso, adesso è aumentato, quindi è un segnale evidente che l’utenza sta imparando ad usufruire di questo ambulatorio”. E Gozzi fa un esempio: “Nella giornata che si è appena conclusa si è presentato un paziente che a seguito di una caduta presentava un trauma toracico… a quel punto abbiamo fatto una radiografia ed effettivamente c’era una costola frazionata. Abbiamo avuto pazienti con problemi oculari, ad un paziente è stato rimosso un tappo di cerume all’orecchio, una signora con un dolore addominale, un’altra con un prurito diffuso, ma anche dolori toracici di vario genere, muscolari osteoscheletrici, tutti casi che rappresentano tutto sommato la quotidianità.”
E ancora il medico dell’Ambulaotrio ABC: “Gli utenti stanno imparando ad accedere a questo tipo di ambulatorio. In ogni caso l'infermiere che accoglie il paziente si accerta subito delle problematiche che lo ha portato a presentarsi all'ABC, in modo tale da indirizzarlo eventualmente altrove. Capita che gli utenti vengano qui pensando di dover prendere appuntamento per essere poi visitati da uno specialista. Il fatto di poter rimanere in loco e farsi visitare immediatamente lascia senz’altro un’impressione positiva. I tempi di attesa dell’utenza sono quelli che ci aspettavamo, ma il nostro intento è quello di rendere il servizio sempre più efficiente.”
Nel momento in cui si attiva un ambulatorio come questo è inevitabile ipotizzare, ed aspettarsi, ricadute positive in particolare sugli accessi dei cosiddetti “codici bianchi” presso il Pronto Soccorso di Cona.
“In questi primi mesi di ambulatorio – precisa Giuliana Fabbri sub commissaria sanitaria Aospfe S. Anna, il riscontro è stato senz’altro positivo. I principali apprezzamenti riguardano, innanzitutto, la possibilità di inviare i pazienti in un ambulatorio dove rispetto alle patologie che vengono trattate nell’ABC si possono avere risposte tempestive e appropriate. Il fatto che vi siano molti codici rossi e arancioni, e patologie stagionali, a cui dare risposta fa sì che i codici di patologie a bassa complessità non debbano aspettare molto tempo in un ambiente affollato dove aumenta anche il rischio di contrarre più infezioni. In questo senso, i vantaggi si riflettono anche su Cona.”
“Noi al Pronto Soccorso di Cona – prosegue la sub commissaria sanitaria AospFe - accogliamo dai 100 ai 140 pazienti, con dei picchi e dei cali a seconda delle giornate. Ieri per esempio gli accessi sono stati 128. I codici bianchi sono quasi sempre sotto la decina, ma sono pazienti che qui troverebbero una risposta appropriata. Ovviamente le priorità rimangono garantite: i codici rossi ed arancioni e i casi di Covid.”
La sede dell’ambulatorio, ricordiamo, è nel Settore 1 - Poliambulatorio - Ambulatorio 7 della Casa della Salute “Cittadella San Rocco” (Corso Giovecca, 203).
E' aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14.30 (ingressi Casa della Comunità) e il sabato e la domenica dalle 8.30 alle 13.30 (ingresso da accesso 118/Continuità assistenziale).
Ultimo aggiornamento: 19 novembre 2024, 08:54