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La riorganizzazione dei servizi sul territorio, la necessità di inserire la psicologia tra le cure primarie. Perché e con quali ricadute sulla cittadinanza? Se ne è parlato nel corso dell’ultimo appuntamento con Salute Focus Ferrara (format di approfondimento a cura dell’Azienda Usl di Ferrara condotto da Alexandra Boeru) con il direttore sanitario AUSL Fe Emanuele Ciotti, la direttrice del Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale Ausl Fe Paola Carozza e Cristina Meneghini responsabile del servizio di Psicologia Cure Primarie Ausl Fe.
In apertura di puntata inoltre il consueto punto sull’andamento dei contagi a cura del Direttore Sanitario Emanuele Ciotti.
“Si conferma per la quarta settimana consecutiva il trend in calo, nella misura del 20% con l’incidenza a 303 casi ogni 100mila abitanti, 79 persone ricoverate negli ospedali del territorio (1 in terapia intensiva) e una significativa riduzione anche dell’attività delle Usca che in questo momento hanno 152 pazienti presi in carico” ha detto il direttore sanitario di AuslFe che aggiunge: “Un trend in discesa, che si giova dell’effetto del caldo ma anche della campagna vaccinale che per le quarte dosi continua (sono state fatte 8768 somministrazioni a over 80 ed fragili sopra i 60 anni, ndr)”. “Campagna – sottolinea Ciotti - che ora è pronta a rimodularsi in base alle necessità, e al numero di vaccinazioni da effettuare a seconda dei target che verranno indicati, in particolare a settembre e ottobre”.
Psicologia, la riorganizzazione dei servizi sul territorio
“Investire sulla salute e il benessere dei cittadini porta a un risparmio dal punto di vista dei servizi”. Basterebbe questo assunto per riassumere l’importanza della riorganizzazione messa in campo dall’Azienda Usl sul fronte dei servizi di psicologia come cure primarie.“Chi ha problemi di salute mentale anche lievi - afferma ancora Emanuele Ciotti - porta ad avere aumento dei costi sui servizi sanitari, ma comporta anche la perdita di giornate lavorative e significative ripercussioni sui suoi stili di vita. Un paziente con disturbi psicologici lievi o gravi ha stili di vita meno sani e segue meno la terapia: ecco perché è importante investire nei servizi della psicologia”.
E Ciotti continua: “La figura dello psicologo nei servizi sanitari e nelle cure primarie significa dare forza a questo approccio perché è evidente che i primi contatti di chi ha disturbi lievi (10% della popolazione) si rivolge al medico di medicina generale o agli infermieri di comunità”. E fa presente: “Quello che dobbiamo fare è intercettare più precocemente possibile queste problematiche, in sinergia e integrazione tra servizi, con lo psicologo che si raccorda con chi intercetta il bisogno sul territorio”
“Andiamo verso una riorganizzazione - ha infine dichiarato Ciotti - dove lo psicologo deve avere il ruolo fondamentale di cerniera tra l’intercettazione del bisogno e il servizi e dove c’è di pari passo un’azione di promozione di corretti stili vita”.
“Il nostro obiettivo - ha poi spiegato la direttrice del Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale AuslFe - è dare stabilità e valore alla prestazione della figura professionale dello psicologo, arrivare a una presenza più organica e stabile che intercetti il disagio psicologico prima che diventi disturbo, perché il disagio è la porta d’ingresso a cui si arriva alla malattia che però non si cura solo con i farmaci”. “Occorre – aggiunge - un approccio olistico rispetto a queste problematiche, un approccio integrato rispetto all’essere umano”.
La direttrice Carozza poi precisa: “Quando curiamo le persone solo con i farmaci non aiutiamo le persone a riconquistare i ruoli sociali, a tornare produttivi o a realizzare i loro obiettivi di vita. Dobbiamo pensare ad un recupero dei pazienti puntando su punti di forza e non solo su deficit”. E afferma ancora: “Meno curiamo le persone nella loro dimensione anche psicologica, emotiva, funzionale e sociale, e più le persone si disabilitano e perdono ruoli sociali, diventano marginali. La figura dello psicologo può dunque determinare una riduzione di questi fenomeni. Dobbiamo lavorare sulla felicità delle persone e su quello che c’è in loro!”
“Questo approccio rappresenta un paradigma nuovo che” interviene Cristina Meneghini responsabile del servizio di Psicologia Cure Primarie AuslFe “mette al centro la collaborazione con altre figure, l’essere trasversali per definizione dello psicologo che collabora ai processi di salute in generale.”
“Non è più l’utente che deve cercarsi i singoli servizi ma è il sistema di cura che offre percorsi di cura organizzati” prosegue Meneghini che speiga: “In questo senso la grande novità è l’arrivo, da luglio, dello psicologia di base nelle case della salute (prima visita in libero accesso attraverso il cup): questo vuol dire avere un rapporto stretto con i medici di medicina generale, per la presa in carico e le consulenze, con l’obiettivo di ridurre il più possibili la medicalizzazione del problema ed evitare la radicalizzazione dei disturbi intervenendo nella fase del disagi”.
“La rete delle cure primarie – ancora Meneghini - è già strutturata per questo tipo di problematiche in particolare per “snodi” che riguardano target di popolazione: la rete delle cure palliative, lo psicologo presente nel servizio anziani, il consultorio famigliare con ulteriori percorsi per target specifici: individuazione precoce dei disturbi emozionali e dei fattori sociali di rischio in gravidanza e post parto; lo spazio giovani e il nuovo centro clinico per adolescenti che permette ai giovani di avvicinarsi al servizio; il centro “liberiamoci dalla violenza” dedicato agli uomini maltrattanti”. E conclude: “Questi sono percorsi già predefiniti e sono gli operatori a offrire al paziente la possibilità di usufruire del supporto psicologico”.
A sottolineare l’importanza di una sempre maggiore attenzione a queste tematiche sono i dati forniti dalla direttrice Paola Carozza che dimostrano un incremento dei disturbi di salute mentale tra la popolazione e anche un incremento di richieste al medico di medicina generale che hanno come natura un disagio o disturbo psichico.
E li va spiegando: “Il 50% delle richieste che arrivano ai medici di medicina generale si fonda su disagio psicologico o su patologie lievi o moderate. Nel dettaglio arriva al medico di medicina generale un 5-20% di richieste legate a disturbi depressivi, da un 4 a un 15% per l’ansia generalizzata, da un 5 a un 15% per problematiche legate all’abuso di alcol”. E poi ancora: “Il 30% di richieste per disturbi di somatizzazione e infine per gli anziani il 33% delle richieste è per depressione o disturbi correlati alla demenza”. Carozza inoltre fa presente che “la maggior parte di queste persone riceve solo risposte di tipo medico. Il 62% riceve psicofarmaci di cui l’80% antidepressivi. Poi Carozza parla di emergenza, senza però voler fare allarmismi: il dato sugli adolescenti. “I numeri ci dicono che tra il 12 e il 20% della popolazione tra i 0 e i 18 anni soffre di uno o più disturbi neuropsichiatrici. L’ autolesionismo si sta diffondendo tra adolescenti e giovani, dal cutting a tentativi autosoppressivi. Nella fascia dai 12 al 18 ne soffre dal 15 al 20%. Il 10% invece manifesta disturbi alimentari mentre, per concludere, nel 40% esordino malattia avviene tra 14 e 20 anni”
“Rispondere a questi bisogni – conclude Ciotti - è una sfida quasi titanica”. E chiude affermando: “Serve un approccio di comunità e di prevenzione per aumentare la capacità di intercettare queste problematiche in modo più precoce possibile. Tutto questo ci ricorda l’importanza delle relazioni da mettere al centro della nostra società.”
Ultimo aggiornamento: 19 novembre 2024, 09:20