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Affrontare le innovazioni in tema di diagnosi e trattamento dell’osteoporosi con un focus su osteoporosi secondarie a patologie endocrine. Questo lo scopo principale del Corso di aggiornamento in programma venerdì 9 giugno presso l’Aula Magna dell’Ospedale di Cona, con inizio lavori alle ore 8.00.

Dopo i saluti della prof.ssa Laura Ramaciotti, Magnifica Rettrice dell’Università degli Studi di Ferrara e della Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara, prenderanno la parola esperti della patologia ossea di rilievo nazionale e internazionale, che si confronteranno su diversi argomenti. Responsabili scientifici dell’evento la prof.ssa Maria Chiara Zatelli (Direttrice dell’Unità Operativa di Endocrinologia e Malattie del Ricambio dell’ospedale di Cona), la prof.ssa Maria Rosaria Ambrosio (professore Associato presso l’Endocrinologia) e la prof.ssa Gloria Bonaccorsi (Direttrice del Centro di Ricerca per lo Studio della Menopaua e dell’Osteoporosi). Ricordiamo che all’ospedale di Cona è attivo un ambulatorio di secondo livello dedicato alle patologie fosfocalciche.

L'osteoporosi è una malattia sistemica dell'apparato scheletrico, caratterizzata da una bassa densità minerale e dal deterioramento della micro-architettura del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità ossea e aumentato rischio di frattura (in particolare di vertebre, femore, polso, omero, caviglia) per traumi anche minimi. Questa patologia può essere “primitiva”, colpendo le donne in post-menopausa o gli anziani, e secondaria, interessando soggetti di qualsiasi età affetti da malattie croniche o in terapia con farmaci che direttamente o indirettamente influenzano negativamente la salute scheletrica L’osteoporosi colpisce oggi oltre 30 milioni di persone in Europa, la diagnosi corretta e il trattamento adeguato sono indispensabili per ridurre il rischio di fratture, di mortalità e di ridotta qualità della vita che ad esso si associa.

Negli ultimi anni l’inquadramento diagnostico dell’osteoporosi si è arricchito di nuovi parametri rilevati con la densitometria ossea, che permettono di valutare aspetti legati alla microarchitettura e alla resistenza dell’osso, consentendo così una migliore caratterizzazione del rischio di fratture. Di recente, tra gli esami per lo studio della fragilità ossea, è stata introdotta una nuova tecnica ultrasonografica: la REMS (Radiofrequency Echographic Multi Spectrometry) che, mediante una scansione ecografica dei siti scheletrici assiali quali colonna e femore, fornisce una misura della densità minerale ossea senza l’utilizzo di radiazioni ionizzanti. Inoltre il bagaglio terapeutico si è arricchito di nuovi farmaci. La valutazione costo-beneficio ha importanti risvolti non solo sullo stato di salute dei pazienti, ma anche sulla appropriata gestione delle risorse sanitarie.

L'approccio multidisciplinare e la creazione di reti fra ospedale e territorio risultano fondamentali per la corretta gestione di questa patologia, dai casi più semplici a quelli più complessi, e per facilitare il paziente nel suo percorso di cura.

Ultimo aggiornamento: 19 novembre 2024, 09:24