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Dagli investimenti del PNRR ai cambiamenti introdotti dal DM 77 per migliorare e potenziare l'assistenza territoriale. Dalla riforma dell'emergenza urgenza che ha visto la nascita dei CAU all'unificazione delle due aziende sanitaria e ospedaliera ormai completata nei fatti. Ma anche temi come il personale e le politiche di genere. Questo 2024 anno è, e sarà, importante per la sanità ferrarese come ha spiegato Monica Calamai, direttrice generale delle due aziende sanitarie ferraresi, durante una puntata speciale del format web Salute Focus Ferrara, in occasione dell'8 marzo.
Il PNRR: investimenti e progettualità
“I fondi del PNRR rappresentano un investimento straordinario per il territorio ferrarese -spiega Monica Calamai -. A questi fondi (32.848.483 euro per Ausl e 9.640.702 euro per Aosp) ne sono stati aggiunti altri fino ad arrivare oltre i 50 milioni di soldi investiti. Sono tutti interventi significativi perché tutti correlati tra loro, con l’obiettivo di rilanciare la sanità di questa provincia. Naturalmente quello che risulta più evidente per la popolazione, in termini di risultati ottenuti, è ciò che è visibile e tangibile, i muri che crescono, ma noi abbiamo anche cercato di dare coerenza alla progettualità sanitaria e decodificare il DM77 in modo da costruire una rete sempre più efficiente e di prossimità territoriale per i cittadini e, allo stesso tempo, rimodulare la rete degli ospedali”.
Il DM77, la sanità sul territorio
“L’Emilia Romagna - prosegue la direttrice - è una delle poche Regioni, insieme alla Toscana, con in atto da tempo importanti realizzazioni all’interno del territorio. Dunque, gran parte di quello che troviamo nel DM 77 è già presente. Il DM77 serve per definire gli standard territoriali, è la base da cui partire per capire cos’è una Casa di Comunità, le Centrali Operative Territoriali e così via, definendo i requisiti delle strutture anche in termini edilizi”.
Gli infermieri di famiglia e di comunità
“Quello che stiamo cercando di fare - spiega Calamai - è di popolare il territorio con nuovi servizi e nuove figure, a partire ad esempio dall’infermiere di famiglia e di comunità (IFEC) che abbiamo introdotto nel dicembre 2021, all’avanguardia a livello regionale e nazionale. Li abbiamo organizzati in cellule, cioè postazioni ubicate in un contesto ragionato, dove sono sempre in due per dare supporto a tutto il territorio. A breve avremo 68 IFEC, distribuiti in 32 o 34 cellule, ma l’obiettivo è di arrivare a 140 IFEC distribuiti in 70 postazioni entro il 2026. L’IFEC è una figura particolarmente apprezzata sia dalla popolazione che dalle istituzioni, ha una funzione comunitaria e sociale, oltre che sanitaria. Interagisce con i medici di medicina generale, offre assistenza a pazienti con malattie croniche, in ordine ad esempio alle cure palliative; ha funzione di consulenza assistenziale e tratta l’educazione sanitaria nelle scuole, oltre a dare sostegno ai pazienti con la telemedicina. Ad oggi siamo intorno alle 350.000 prestazioni, con poco meno di 5.000 prese in carico”.
Dalla pneumologia alla radiologia: gli altri servizi territoriali
“Abbiamo anche attivato la pneumologia territoriale, con nuclei composti da medici e infermieri, che si occupano di pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva e insufficienza respiratoria cronica, sia per gli screening che per il monitoraggio. Prima i cittadini in cura dovevano recarsi in ospedale, adesso invece si possono recare in ambulatori specifici quando non addirittura ricevere le cure a casa. Questo vale anche per le malattie infettive, per la riabilitazione, la radiologia. Abbiamo anche avviato un progetto con il carcere ed effettuato oltre 1.300 prestazioni. Abbiamo acquisto un nuovo radiografo portatile che si aggiungerà a quello già in uso, per ridurre il più possibile il disagio dei cittadini, soprattutto nelle RSA e nelle CRA e nei luoghi remoti della provincia. Quando anche l’oncologia territoriale sarà a regime dovremmo poter seguire sul territorio 1500 pazienti - prosegue Calamai -. Questo progetto, denominato OnConnect, al momento è già avviato a Ferrara, a Cittadella San Rocco, dove stiamo seguendo 115 pazienti, ma sono previste altre due postazioni per i pazienti che necessitano di terapia orale, endovenosa o sottocute: la prima, a breve, a Comacchio”.
Il potenziamento della telemedicina
“La trasversalità riguarda anche la telemedicina, avviata nel dicembre 2021, e che ad oggi - precisa la direttrice generale - ci ha permesso di portare a casa migliaia di prestazioni. Abbiamo iniziato con la cardiologia, per poi ampliare le visite di controllo a molte altre tipologie di prestazione in televisita; è poi attivo il teleconsulto per varie discipline, tra cui per la genetica. I telemonitoraggi, infine, per i pazienti cronici sono fondamentali per valutare i parametri in remoto e capire cosa accade nella loro vita quotidiana, controllare l’aderenza terapeutica, che se non seguita è frequente causa di re-ricoveri poco dopo la dimissione. Favorendo l’attività di diagnostica in remoto, limitiamo il disagio dei pazienti, ma anche quella degli operatori sanitari”.
La riforma dell'emergenza urgenza e i CAU
“La riforma dell’emergenza urgenza - spiega Calamai - ha visto tra le altre cose la realizzazione dei CAU. Contestualmente, sempre per ottimizzare l’attività dei Pronto soccorso, vi sono stati l’attivazione di See and treat, fast track, flow manager e bed manager con relativa formazione degli infermieri. Tornando ai CAU, attualmente abbiamo orario H24 a San Rocco (e che adesso funziona molto bene anche in notturna), e orari H12 a Copparo, Portomaggiore e a Comacchio, dove però da giugno il CAU sarà aperto H24”.
“L’apertura del CAU h24 a San Rocco - prosegue la direttrice - ha impattato positivamente sul Pronto Soccorso di Cona, alleggerendo drasticamente i flussi dei codici bianchi. Avere un CAU H24 in ogni distretto vuol dire avere un’alternativa effettiva al Pronto Soccorso per i codici minori. Ad aprile aprirà anche il CAU a Bondeno e a giugno a Vigarano. Abbiamo riorganizzato significativamente anche la continuità assistenziale, riducendo alcune postazioni ma aumentando l’attività; la centralizzazione del numero unico è propedeutica per quanto sarà attivata la nuova centrale 116 117”.
Il ruolo degli ospedali, da Cona a quelli sul resto del territorio provinciale
“Il DM 77 viaggia di pari passo col DM 70 che riguarda gli ospedali, e la riorganizzazione della Medicina del territorio si è affiancata ad una rimodulazione degli ospedali, in perfetta sinergia con l’Università per quanto riguarda il presidio di Cona. Infatti quello che non vogliamo fare è dare ai cittadini servizi frammentati. Perciò abbiamo creato i Dipartimenti ad Attività Integrata (DAI): quello Oncologico, ad esempio, contempla tutto il percorso di un potenziale paziente, dallo screening di prevenzione fino, quando si rendono necessarie, alle cure palliative. Dentro questa riorganizzazione sono state anche istituite nuove Unità Operative, come ad esempio la Chirurgia toracica che prima non c’era, la Chirurgia senologica e tanto altro, come l’inizio dell’attività con il robot Da Vinci per la robotica. Innovazioni ed eccellenze in ospedale: nel ricollocare la cronicità sul territorio possiamo aumentare infatti le competenze e le specializzazioni dentro i presidi e questo - conclude Calamai - in contemporanea ad un grande ricambio generazionale in atto che sta portando al rinnovamento delle risorse umane”.
Unificazione Ausl e Aosp
“L’unificazione dal punto di vista riorganizzativo e organizzativo è di fatto già avvenuta - spiega Calamai - non solo clinicamente ma anche sul piano gestionale: c’è un unico direttore del settore economico e finanziario così come un unico controllo strategico. Però giuridicamente siamo ancora due aziende separate quindi la visione è all’unisono ma il bilancio è separato. Stiamo aspettando la modifica del decreto legislativo 517 del ’93, da parte del Ministero della Salute, affinché si possa anche formalmente dar vita ad una Azienda Sanitaria Universitaria. È sicuramente un processo innovativo e credo che l’interesse di estenderla ad altre realtà nazionali abbia una sua logica, specialmente quando parliamo di province non grandissime. Più in generale, i contesti stanno cambiando e ne dobbiamo prendere atto, di conseguenza i modelli organizzativi si devono evolvere”.
Il personale, incremento non solo nei numeri ma anche nella tipologia di figure
“Politiche per far crescere il personale delle strutture sanitarie erano state intraprese già da prima della pandemia - specifica Calamai -. Per quanto riguarda Ferrara, tra fine 2019 e fine 2023, il personale, in generale, è complessivamente aumentato del 6,3 per cento. Infatti le progettualità che abbiamo attuato hanno previsto investimenti anche in termini di risorse umane, puntando nello specifico su figure nuove che si occupino di situazioni emergenti. Ad esempio avendo acquisito il robot punteremo su medici giovani che contemplino questo specifico aspetto nella formazione già ricevuta. Al netto di questo è noto che vi sono molte aree critiche a livello di personale soprattutto in determinate specialità mediche, come ad esempio quella dell'emergenza urgenza. Ciò implica che i professionisti, essendo pochi, hanno maggior scelta su dove lavorare e questo penalizza specialmente gli ospedali e le realtà territoriali più piccole e periferiche. Altra criticità decisamente significativa - ci tiene a sottolineare Calamai - è la carenza di medici di medicina generale”.
La Certificazione di Genere delle aziende sanitarie ferraresi, un punto di partenza
“Il problema del gender pay gap è tanto grande da ritrovarlo come quinto obiettivo dell’Agenda 2030. Perpetrando una differenza accesso ai servizi per genere, nell’ambito dei percorsi di carriera, è chiaro che non solo non si contribuisce ad eliminare il gap di genere, ma si limita anche la crescita dei servizi. Il gender pay gap pesa così tanto in Italia, da essere ritenuto uno degli elementi che impedisce il progresso del Paese. Tanto è vero che nel PNRR vi sono capitoli dedicati appunto al gender gap, alla questione del divario territoriale e agli investimenti per i giovani. Le Aziende sanitarie ferraresi, prime aziende pubbliche in Italia, hanno conseguito la Certificazione di parità di Genere, che però è solo l’inizio di un percorso per impostare le strutture ed i servizi in una logica inclusiva, utilizzando anche gli strumenti digitali per cambiare il paradigma. Per noi comunque è motivo di orgoglio perché abbiamo avviato un percorso serio per entrambe le Aziende”.
Una donna al vertice di due aziende sanitarie, quali difficoltà?
“Essere una donna al vertice, oggi ha una contestualizzazione diversa rispetto a quando ho occupato il ruolo di direttrice generale, per la prima volta, 19 anni fa. È stato un percorso molto faticoso - confessa Monica Calamai -. Anche oggi le direttrici generali sono solo il 21%, immaginatevi 20 anni fa… La fatica più grande è stata accettare che tutto quello che elaboravo venisse carpito da altri… Oggi non accetterei più una cosa del genere. Esistono ancora questi meccanismi, ma io li vivo con molto più disincanto e distacco. Sono facilitata dall’esperienza che ho, ma sento urgente la necessità mettere in campo strumenti per le donne e aiutarle nel loro percorso lavorativo”.
8 marzo, un faro sul gender gap
“L’8 marzo deve accendere il faro sul fatto che continuano ad esserci profonde criticità sulla parità di genere. A quanto emerge dal Global gender report ci vorranno 135 anni per raggiungerla. Significa che la situazione nel nostro Paese è peggiorata rispetto al passato e - ammette Calamai - questo mi preoccupa molto. Penso in particolar modo al raggiungimento di determinate cariche di vertice, che le donne raggiungono ancora con enormi difficoltà, per non parlare della disparità salariale a parità di ruolo. Ci sono molteplici passi avanti da dover ancora fare per raggiungere la parità di accesso ai percorsi, di qualsiasi natura essi siano”.
La puntata è visibile sul canale You Tube Ausl Ferrara a questo link https://youtu.be/RC-y_zV5_Fk e sulle seguenti pagine Facebook: Azienda Usl Ferrara, Azienda Ospedaliero Universitaria S. Anna, Comune di Ferrara, Comune di Cento, Comune di Copparo, Comune di Codigoro, Comune di Bondeno, Ferrara Focus.
Ultimo aggiornamento: 19 novembre 2024, 09:14