Contenuto
L'infermiere di famiglia e di comunità (IFEC) è una figura che si sta diffondendo sempre di più, per la quale la provincia di Ferrara ha fatto da apripista in Emilia Romagna ed oggi è capofila per numero di ambulatori attivati e in fase di attivazione.
Qual è la programmazione e l'organizzazione che c'è alla base delle attivazioni degli ambulatori, come funziona, dove si trova e come si accede? Lo hanno spiegato nel corso di un nuovo appuntamento con Salute Focus Ferrara (format web a cura dell'Azienda Usl Ferrara condotto da Alexandra Boeru) Marika Colombi, direttrice Dir. Tecnico Infermieristica Ausl Fe, Michela Trapella resp. Casa della Comunità "Cittadella S. Rocco" Ausl Ferrara e Alice Ferri, infermiera di Famiglia e Comunità Ausl Ferrara.
“Le prime cellule attivate (per cellule si intende le sedi dove viene erogato il servizio ovvero gli ambulatori, ndr) – spiega Marika Colombi Direttrice Dir. Tecnico Infermieristica Ausl Fe - sono state 4 a Ferrara, a dicembre 2021. Un attivazione che ha permesso di far partecipare gli Ifec ad attività correlate alla pandemia ( screening nelle scuole), con ottimi risultati in termini numerici e molto gradimento da parte dell'utenza”.
“Successivamente – prosegue Colombi - abbiamo proseguito con la pianificazione delle attivazioni su tutto il territorio e tutti i distretti e da qui a giugno avremo la copertura di 25 ambulatori con 2 infermieri, selezioni e formati, ciascuno. Garantiranno, e già garantiscono, un servizio aperto tutti i giorni dalle 8 alle 19 e il sabato mattina, con prese in carico ambulatoriali, a domicilio o comunitarie (scuole, associazioni, eventi)”
L'obiettivo è quello di riuscire a coprire al meglio tutto il territorio provinciale, fornendo risposte in particolar modo a quelle realtà più isolate e con meno strutture sanitarie di prossimità. “Fondamentale, anche a livello logistico, il coinvolgimento delle amministrazioni comunali che – sottolinea Colombi - chiedono sempre di più questa figura.”
E puntualizza: “Inizialmente siamo partiti nelle case della salute, ma via via gli stessi sindaci ci hanno messo a disposizione luoghi e spazi ambulatoriali.”
Ad oggi sono attivi (o in fase di attivazione a breve) i seguenti ambulatori:
Distretto centro nord 5 a Ferrara, 1 a Tresignana, 1 a Voghiera, 1 a Copparo e 1 a Jolanda di Savoia.
Distretto sud est 1 cellula a Portomaggiore, 1 a Comacchio, 1 a Codigoro, 1 a S. Maria Codifiume, 1 a Migliaro Fiscaglia, 1 a Goro ( con una sede anche a Gorino) e 1 a Mesola (con una sede anche a Bosco Mesola).
Distretto ovest 1 Vigarano Mainarda, 1 Cento, 1 Reno Centese, 1 Bondeno, 1 Poggio Renatico e 1 Terre del Reno.
“Per quanto riguarda l'attivazione – afferma ancora Colombi - può avvenire attraverso diversi interlocutori primo tra tutti il medico di medicina generale, ma anche tutte le altre figure che afferiscono alla rete ospedaliera o territoriale, dall'area dei servizi sociali alla centrale delle dimissioni fino allo stesso pronto soccorso o alla rete emergenza urgenza che accede a domicilio”.
Tornando all'organizzazione sul territorio, le cellule si trovano nelle case della salute o in sedi esterne messe a disposizione dalle amministrazioni comunali. Ogni cellula però afferisce ad una casa della comunità, ecco perché in ogni distretto il responsabile organizzativo delle case dei comunità è coinvolto in tutto quella che è l'organizzazione e il supporto per l'attivazione delle cellule, come ci ha spiegato Michela Trapella, resp Casa della Salute S. Rocco di Ferrara.
“Quando avviamo una nuova cellula abbiamo un pacchetto di apertura preformato con tutto quello che è necessario per allestire e far partire le attività, a partire dal materiale ambulatoriale o quello da usare esternamente e a domicilio degli utenti. Recentemente abbiamo anche redatto una brochure - ha proseguito Trapella - nella quale vengono riportate informazioni per utenti e associazioni, terzo settore, ma anche i riferimenti dei colleghi a cui rivolgersi con addirittura la foto degli infermieri di quella zona. Un accortezza importante soprattutto per la popolazione anziana che si sente così rassicurata.”
E ancora Trapella: “Per essere capillari e garantire prossimità sono stati individuati 4 coordinatori che daranno supporto ai responsabili organizzativi sui diversi distretti. Saranno il collettore di tutte le attività in integrazione tra ospedale e territorio e tutti i professionisti che sono interfacce per gli infermieri di famiglia, anche quando si tratta di prendere in gestione i cosiddetti casi complessi”.
L'IFEC, oltre ad essere una figura infermieristica territoriale, ha come caratteristica quella di prevedere una presa in carico ampia, non solo della persona con un problema di salute ma coinvolgendo anche la famiglia e il contesto sociale di riferimento.
“La nostra attività – spiega Alice Ferri tra le prime infermiere di Famiglia e Comunità a Ferrara - non si limita alla patologia. Molto lavoro è di prevenzione e di educazione alla salute, prendiamo infatti in carico anche persone sane ma in un'ottica di prevenzione, ad esempio nelle scuole partecipando ad eventi o coinvolgendo associazioni”.
“La nostra figura lavora molto in collaborazione con altri professionisti del territorio sia a livello sanitario che sociale e siamo stati accolti molto positivamente da parte della popolazione in questo anno di attività.
Il nostro lavoro, ha proseguito Ferri, si base su una programmazione quotidiana, e anche se è prevista una fascia oraria di accesso libero suggeriamo sempre di prendere appuntamento. Questo ci consente di organizzare al meglio l'attività con il tempo necessario per ciascun utente in base alle problematiche presenti. La relazione per noi, ha aggiunto Alice Ferri, è molto importante perchè la conoscenza ci permette di fornire un'assistenza personalizzata”.
La maggior parte delle prese in carico riguardano pazienti con patologie croniche, over 65, ma ci sono anche giovani e addirittura bambini. “Una complessità di casistiche che impone una formazione specifica e continua che - ricorda Marika Colombi - è partita nel 2020 con un percorso articolato in moduli didattici di 120 ore. Importante ai fini della valutazione la capacità relazionale, fondamentale, oltre alle competenze di clinico assistenziali acquisite nel proprio percorso professionale precedente. Non solo, in collaborazione con l'Università di Ferrara. È stato attivato anche un Master di 1 livello in “Infermieristica di famiglia e di comunità”, concluso già da 18 infermieri anche del settore privato, e altri 18 pronti per intraprendere il percorso di studio nel prossimo anno accademico.
Per chi volesse ulteriori informazioni, ricordiamo che sul sito dell'azienda Usl di Ferrara (www.ausl.fe.it) è presente una sezione dedicata proprio all'infermiere di famiglia e di comunità, con le informazioni sulla tipologia di attività che può svolgere, modalità di attivazione, sedi e orari.
La puntata è visibile sul canale YouTube Ausl Ferrara e sulle seguenti pagine Facebook: Azienda Usl Ferrara, Comune di Ferrara, Comune di Argenta, Comune di Copparo, Comune di Codigoro, Comune di Bondeno, Ferrara Focus.
Ultimo aggiornamento: 19 novembre 2024, 09:26