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E’ partita l’attività della nuova Centrale Operativa Territoriale (COT) di Ferrara, situata alla Casa della Comunità Cittadella S. Rocco, dove stamattina la direttrice generale Monica Calamai ha effettuato un sopralluogo, accompagnata dal direttore del Dipartimento Cure Primarie Franco Romagnoni, dalla direttrice assistenziale Marika Colombi, dal direttore delle Attività tecniche Giovanni Peressotti e da altri loro collaboratori.

Le Centrali Operative Territoriali svolgono una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti, coinvolti nei diversi ambiti assistenziali (attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere) e dialoga con la rete dell’emergenza-urgenza, con il fine ultimo di assicurare continuità, accessibilità ed integrazione dell’assistenza sanitaria e socio-sanitaria.

Una vera “cabina di regia”, la COT, che - a partire dall’analisi dei bisogni del paziente – garantisce una presa in carico tempestiva e globale grazie alla risposta integrata tra servizi e professionisti. La centrale al momento non viene contattata direttamente dagli utenti ma tutti gli attori del sistema, personale distrettuale e ospedaliero, possono richiedere l’intervento della COT: medici e pediatri di famiglia, medici di continuità assistenziale, medici specialisti ambulatoriali interni, e altri professionisti sanitari presenti nei servizi aziendali e distrettuali nonché personale delle strutture di ricovero intermedie, residenziali e semiresidenziali.

La nuova COT di Ferrara trova spazio nella Casa della Comunità di corso Giovecca. Realizzata con un intervento finanziato con fondi PNRR, che da solo vale circa 500 mila euro, ha previsto una ristrutturazione completa di circa 350 metri quadrati di spazio.

La riqualificazione e conseguente attivazione del servizio innovativo ha previsto il consolidamento strutturale e la ridistribuzione degli spazi funzionali per le attività che si svolgeranno nella COT, tenendo conto anche dell’importanza storica di questo manufatto.

Due grandi “open space”, uno dei quali destinato al lavoro del personale ed attrezzato con impianti studiati per migliorare il comfort e la funzionalità di lavoro.

L’articolazione degli spazi è stata impostata per consentire una modularità di utilizzo ed una facilità di modifica degli stessi nel tempo, “tagli” nelle murature, vetrate tra locali vicini favoriscono il lavoro di gruppo. Vi troveranno sede anche la centrale dei trasporti secondari e la sede della Continuità Assistenziale. Sono presenti inoltre alcuni spazi di servizio e di supporto alle attività.

Le recenti “Linee di indirizzo per l'attuazione delle Centrali Operative Territoriali in Emilia-Romagna (Dgr n. 796 del 14/05/2024) indentificano per la provincia di Ferrara altre tre COT – una per distretto - oltre a quella di Cittadella S. Rocco: ad Argenta, Bondeno e Comacchio.

Declinando nello specifico, tra le attività della Centrale, la:

  1. Transizione ospedale-territorio: facilitare il passaggio dall’ospedale verso i setting assistenziali territoriali più appropriati;
  2. Transizione territorio-ospedale: facilitare l’accesso a prestazioni sanitarie di casi con bisogni sanitari e/o sociali, quali pazienti in situazioni di fragilità, cronicità complessa e non autosufficienza, indipendentemente dall’età;
  3. Transizione Territorio-Territorio: facilitare le transizioni da un servizio territoriale ad

un altro come, ad esempio, dalle Cure domiciliari all’Ospedale di Comunità e viceversa, dal domicilio della persona all’Hospice e viceversa;

  1. Attivazione di ulteriori servizi assistenziali: facilitare i processi qualora il professionista che ha in carico il paziente ritenga necessaria l’attivazione di ulteriori servizi ad esempio: PDTA, telemedicina, fisioterapia, fornitura di ausili protesici, presidi per l’incontinenza, ossigenoterapia.
  2. Supporto informativo e logistico: la COT garantisce ai professionisti un servizio informativo anche a supporto della pianificazione del percorso assistenziale;
  3. Raccolta e gestione dati: attraverso l’applicativo identificato per l’accesso e la gestione delle diverse transizioni.

A ciascuna COT vengono assegnati almeno tre infermieri, un’unità di supporto ed un coordinatore aziendale infermieristico di riferimento, anche a valenza trasversale, che avrà la responsabilità del funzionamento della COT, della gestione e del coordinamento del personale. L’integrazione socio-sanitaria è assicurata dalla figura dell’assistente sociale, del servizio sanitario regionale e/o degli enti locali, essere garantita in presenza o mediante stretto collegamento funzionale.

Ultimo aggiornamento: 19 novembre 2024, 09:10