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Celebrare i benefici di un sonno buono e salutare e richiamare l'attenzione della società sulle problematiche legate ai disturbi del sonno e alle relative cure. Sono questi gli obiettivi della Giornata Mondiale del Sonno che nel 2024 si è celebrata il 15 marzo. I disturbi del sonno sono molteplici, alcuni di natura neurologica, altri di natura respiratoria, altri ancora di entrambe. Riconoscerli e curarli è fondamentale non solo per la qualità della vita dei pazienti ma più in generale per lo stato di salute di ciascuno di noi.

Se ne è parlato nel corso dell'ultimo appuntamento con “Salute Focus Ferrara” (format web di approfondimento a cura dell'Azienda USL condotto da Alexandra Boeru) con Alberto Papi, direttore UO Pneumologia Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Anna di Ferrara, Lucia Ritrovato, responsabile Ambulatorio Disturbi Respiratori del sonno Aosp.Univ S.Anna, Edward Cesnik, responsabile Ambulatorio disturbi del Sonno UO Neurologia Aosp.Univ. S. Anna ed Elisa Fallica, referente Ambulatorio disturbi del Sonno UO Neurologia Aosp.Univ. S. Anna.

Il sonno è un elemento biologico fondamentale della nostra vita - spiega Alberto Papi, direttore UO Pneumologia Aosp.Univ S. Anna - e la deprivazione del sonno e i disturbi del sonno in generale influiscono negativamente sui processi biologici. Durante il sonno c'è un diverso metabolismo dell'organismo che se viene a mancare viene a mancare la fase di riposo e di recupero della biologia complessa dell'organismo”.

I disturbi respiratori del sonno

Fra le più frequenti cause dei disturbi del sonno - prosegue il professor Papi - ci sono le apnee ostruttive per cui durante il sonno le vie aree si occludono transitoriamente e durante questi atti di occlusione non c'è circolazione di aria e non ci sono scambi gassosi. Questo porta a fasi di ipossigenazione, di insufficienza respiratoria transitoria, che accumulandosi hanno conseguenze metaboliche sull'organismo, sull'ossigenazione al cervello, sul sistema cardiovascolare”.

L'effetto di per sé di questi disturbi del sonno nell'acuto è la incompleta soddisfazione del sonno, che lascia residui di sonnolenza nella giornata successiva e rischio di addormentamento. Ma a medio lungo termine - precisa ancora Papi -, le apnee notturne portano ad un aumento del rischio di eventi cardiovascolari o di ictus”.

Le patologie indicate sono molto frequenti anche se per molto tempo non sono state sconosciute vista la difficoltà nell'individuarle. “Le forme più lievi che si diagnosticano - spiega lo pneumologo - colpiscono un 10% della popolazione, il 5% quelle più severe. Le richieste di accesso sono dunque tante, parliamo di un numero di pazienti intorno ai 1500 seguiti per le patologie ostruttive che hanno un ventilatore al domicilio e che sono in follow up presso questo ambulatorio”.

Tra questi pazienti, va rimarcato il fatto che è in aumento il numero di coloro che vengono seguiti da remoto attraverso programmi informatici che consentono il telemonitoraggio dei dispositivi e la televisita.

Categorie e fattori di rischio

Le persone con patologie ostruttive, che già hanno le vie aeree più ristrette, sono più a rischio, per fattori meccanici, di andare incontro a situazioni di apnea notturna ostruttive. I fumatori - ricorda inoltre il prof. Papi - hanno in generale una cattiva igiene delle vie aeree per cui sono più a rischio di avere situazioni di questo tipo, come sono più a rischio i soggetti con obesità. Più a rischio per le conseguenze delle patologie legate alle apnee ostruttive sono inoltre i pazienti con pregresse patologie cardiovascolari".

Come riconoscere il problema

Il paziente - spiega il direttore della UO di Pneumologia - può accorgersi di avere un sonno disturbato o può svegliarsi improvvisamente perché gli manca il fiato e ha una sensazione di soffocamento. Più di frequente è il partner ad accorgersi che il compagna/compagno che russa (il russamento è la situazione di fondo che già ci indica che le vie aeree non sono sempre pervie) improvvisamente smette di farlo e non respira. Quando invece si arriva ad avere una sonnolenza diurna che diventa problematica per il paziente, vuol dire che siamo già ad una situazione in cui il sonno non è stato ristoratore e c'è bisogno di un tentativo di compenso diurno. Ricordo tra l'altro che per i soggetti con questa patologia l'uso dell'autoveicolo e la patente richiedono una validazione di efficacia dell'intervento terapeutico che indichi che è stato risolto il problema”.

L'accesso all'ambulatorio e l'esame polisonnografico

I pazienti accedono all'ambulatorio dei disturbi respiratori del sonno quando sono stati già visti da altri specialisti che intercettano il problema del sonno riferito. “Noi facciamo la presa in carico di questi pazienti ed eseguiamo l'esame polisonnografico. Si tratta di un monitoraggio notturno cardiorespiratorio completo che - spiega Lucia Ritrovato, responsabile Ambulatorio Disturbi Respiratori del sonno Aosp.Univ S.Anna - prevede una serie di canali escludendo quelli elettroencefalografici. Il paziente viene monitorato per tutta la durata del sonno e il polisonografo registra tutti i dati che il giorno successivo verranno letti dai professionisti esperti dell'ambulatorio”.

La terapia ventilatoria con C-Pap

Nei casi in cui venga rilevata una sindrome dell'apnea notturna di medio/alta gravità, i pazienti vengono sottoposti a terapia ventilatoria con C-Pap. “Si tratta di un piccolo ventilatore che produce dell'aria che viene convogliata attraverso un tubo in una maschera, nasale oppure oronasale. La pressione - precisa la dott.ssa Ritrovato -, viene definita dai medici dell'ambulatorio e al paziente vengono fornite tutte le informazioni necessarie per l'utilizzo del dispositivo a domicilio e l'avvio della terapia che consisterà nel tenere la C-Pap durante tutta la durata del sonno e, a parte rarissime eccezioni, per tutta la vita”.

I disturbi del sonno neurologici

Accanto ai disturbi del sonno di tipo respiratorio esistono altri disturbi del sonno gestiti dall'ambulatorio dedicato alla diagnosi e cura dei disturbi del sonno presso l'Unità Operativa di Neurologia dell'Ospedale Sant'Anna di Cona. Si tratta di problematiche molto frequenti nella popolazione generale. Le insonnie raggiungono una prevalenza del 10-20% della popolazione che sale dal 30 al 40% se si considera la popolazione femminile sopra i 25 anni di età.

I disturbi neurologici in questo campo sono abbastanza difficili da trattare perché - spiega Edward Cesnik, responsabile Ambulatorio disturbi del Sonno UO Neurologia Aosp.Univ. S. Anna - l'insonnia tende ad essere un disturbo che cronicizza. Tende a manifestarsi a volte dopo un evento luttuoso o dopo un periodo di stress, proseguendo anche quando questo è superato. In questa fase i pazienti spesso ricorrono a terapie "fai da te", con farmaci da banco, integratori naturali o benzodiazepine su indicazione del medico di base. Per questi pazienti, una volta arrivati da noi, occorre predisporre una terapia adeguata”.

Altro disturbo neurologico del sonno è la sindrome delle gambe senza riposo. Interessa una popolazione che va dai 30-35 anni in su, soprattutto donne, c'è una predisposizione genetica e la gravidanza tende ad accentuare questo tipo di disturbo e ne favorisce anche la comparsa. Spesso è misdiagnosticato, nel senso che abbiamo pazienti che riferiscono di dormire male ma non sanno il motivo. Esistono delle terapie anche in questo ambito e sono a base di dopamino-agonisti, a basso dosaggio. Altri disturbi riscontrabili sono - precisa il neurologo - le cosiddette parasonnie, alcune delle quali esordiscono già in età infantile. Pensiamo al sonnambulismo, al sonniloquio, i risvegli improvvisi: sono disturbi anche questi misdiagnosticati che vengono alla luce quando magari comportano un incidente, una fuori uscita della porta di casa, una caduta”.

L'ambulatorio per i disturbi del sonno neurologici

L'ambulatorio ha origine 20 anni fa a Cona, e anche in questo caso i pazienti arrivano su indicazione del medico di base o di uno specialista. “Nell'ambulatorio - precisa Elisa Fallica, referente Ambulatorio disturbi del Sonno UO Neurologia Aosp.Univ. S. Anna - diamo dei suggerimenti farmacologici oppure comportamentali a seconda della problematica. Dopo aver approfondito il caso il paziente potrebbe dover essere indirizzato verso la pneumologia o l'otorino (per patologie come le apnee), nei restanti casi viene seguito da noi. Vediamo circa 2000 pazienti all'anno, questi disturbi sono estremamente frequenti e portano a un disagio notevole che compromette anche lo svolgimento delle più semplici attività quotidiane, senza contare le problematiche sul lavoro o la guida. Sono problematiche importanti ancora sottovalutate e sottostimate - rimarca la neurologa - per il semplice fatto che non tutti accedono all'ambulatorio, non essendone a conoscenza, e quindi sfuggono al nostro inquadramento e di conseguenza al trattamento”.

Campanelli d'allarme e consigli

Tra i consigli che gli specialisti dei due ambulatori forniscono c'è certamente quello di “non aspettare di arrivare al punto in cui questi disturbi si possano presentare con effetti diurni. La sonnolenza durante le attività quotidiane è un campanello d'allarme rispetto al fatto che è necessario intervenire. Affrontare il problema del sonno non è una banalità, anzi, ha conseguenze importanti sullo stato di salute in generale di ciascuno di noi. Le strutture, gli specialisti e le terapie per affrontarli ci sono e funzionano”.

La puntata è visibile sul canale YouTube Ausl Ferrara a questo link https://youtu.be/kNmp0K_Bljg e sulle seguenti pagine Facebook: Azienda Usl Ferrara, Azienda Ospedaliero Universitaria S. Anna, Comune di Ferrara, Comune di Cento, Comune di Copparo, Comune di Codigoro, Comune di Bondeno, Ferrara Focus.

Ultimo aggiornamento: 19 novembre 2024, 09:14