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Più di mille pazienti all’anno che si curano attraverso le attività della Rete locale delle cure palliative di Ferrara. A livello pediatrico, invece, sono circa 30 i casi che vengono sottoposti a queste cure nello stesso arco temporale. E poi il tema delle cure palliative per le malattie non oncologiche (ad esempio, la sclerosi laterale amiotrofica) che nel 2023 vedono, rispetto all’anno precedente, un aumento esponenziale di pazienti presi in carico del 40%.

Sono alcuni dei numeri dell’attività svolta da quando, un anno fa, la direzione generale delle due Aziende sanitarie ferraresi a guida della dr Monica Calamai ha deciso di riorganizzare la Rete locale delle cure palliative.

Un’attività che sarà illustrata nel dettaglio e con diversi relatori, fra i quali la direttrice dell’Unità complessa delle Cure palliative, l’oncologa Loretta Gulmini (in foto).

Il convegno, che ha anche valore formativo e per questo è stato realizzato in collaborazione con il l’area di formazione interaziendale SIFA, si terrà il 10 febbraio, nell’Aula Magna dell’ospedale di Cona, dalle ore 9 alle 14.

“Le cure palliative nel contesto sanitario ferrarese di oggi” è il titolo dell’evento che prevede tre sessioni di lavoro in cui si alterneranno gli interventi di esperti del settore e di altri professionisti, oncologi, pediatri e anche geriatri che operano in rete con l’Unità complessa delle Cure palliative ferrarese.

L’appuntamento servirà per spiegare che le ‘cure palliative’ non sono solo rivolte al malato oncologico. La direttrice dell’Unità complessa Gulmini, che avrà il compito di aprire il convegno a tal proposito afferma: “Continuare a parlare di cure palliative in un contesto, come quello ferrarese, costituito da una popolazione in prevalenza anziana e dove le patologie croniche evolutive prevalgono è fondamentale per conoscere il corretto significato di cosa sono queste cure. E soprattutto, nell’analisi del loro significato, è importante sottolineare che serve uscire dal concetto, per altro non corretto, che quando si parla di cure palliative si intendano “cure di fine vita”, ovvero serve andare oltre il concetto di cure che si occupano solo di gestire il dolore nel malato oncologico”.

Le cure palliative si rivolgono a patologie con componente oncologica ma anche non oncologica. Sono indirizzate anche a tutte quelle situazioni patologiche di co-morbidità (ovvero la presenza di più patologie) che non sono più guaribili ma pur sempre curabili nell’ambito della loro evoluzione.

La riorganizzazione dell’Unità complessa ha permesso di creare una Rete delle cure palliative locale che oltre a prevedere ambulatori specifici presenti in ogni distretto sanitario e all’ospedale di Cona, prevede anche un’attività di cura a livello pediatrico (c’è l’ambulatorio intraospedaliero), a domicilio del malato, nelle strutture protette (residenze per anziani). La rete dei medici palliativisti inoltre opera a stretto contatto con gli hospice oncologici del territorio.

Una rete delle cure palliative che, a livello locale, prevede l’importante e fondamentale collaborazione con i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e con l’assistenza infermieristica, come ad esempio gli infermieri di famiglia e comunità (IFEC) o l’assistenza domiciliare integrata (ADI).

Il convegno, che ricordiamo vale anche come formazione professionale, rientra in una delle mission della direzione dell’Unità complessa delle Cure palliative in quanto, secondo la direttrice Gulmini “quello che rende efficace la rete di cure palliative è il favorire la formazione periodica e continua del personale addetto ai lavori”.

Scuola di specialità. Sono 6 gli specializzandi in cure palliative. Dal 2022, in collaborazione con la scuola di Mestre, è stato acceso il corso che oggi registra 4 medici al secondo anno e 2 al primo.

Ultimo aggiornamento: 25 novembre 2024, 10:52