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Quasi 250mila prestazioni effettuate, 5503 utenti ‘presi in carico’, ovvero seguiti nelle cure. Sono solo alcuni dei numeri del servizio di Infermiere di famiglia e comunità da quando è arrivato nel Ferrarese, due anni fa cambiando la sanità pubblica locale. E ancora: un progetto realizzato grazie a un finanziamento del PNRR da due milioni di euro.

Il punto su cosa si è fatto da due anni a questa parte per il progetto di Infermiere di familgia e comunità (i primi IFEC nacquero a Ferrara e nelle sue frazioni il 6 dicembre 2021, ndr) martedì 19 dicembre si è tenuto, nella sala convegni di Cna, l’evento dedicato alla figura che, agendo in connessione con gli altri professionisti sanitari, a partire dai medici di medicina generale, sta cercando di rispondere ai bisogni di assistenza di un territorio diventando ‘un modello’ di assistenza territoriale .

In due anni il Ferrarese può contare su 25 Ifec, in gergo sanitario chiamate “cellule, per 50 infermieri. Che, dopo una formazione apposita (e che va raffinandosi sempre più a mano a mano che gli IFEC operano sul territorio è stato detto al convegno) e una selezione in base alle predisposizioni personali per questo tipo di servizio, si sono messi in gioco per affrontare la complessità sociale e sanitaria che anche la provincia estense dovrà affrontare nel futuro visto che la popolazione sta sempre più invecchiando.

E proprio facendo una disamina sull’andamento demografico italiano, “fra l’anno 2047 e 2049 i decessi saranno più dei nati” la direttrice generale delle due Aziende sanitarie Monica Calamai (in foto) nel suo intervento di apertura al convegno, intitolato “Infermiere di famiglia e comunità: il modello ferrarese a due anni dall’avvio, ha spiegato quale sarà il futuro degli Ifec, specie nella telemedicina che è la nuova ‘rivoluzione industriale’ della contemporaneità.

“Ifec è una figura di visione per una progettualità più ampia” ha poi sottolineato Calamai.

Il tema del digitale (e con esso l’importanza del settore tecnico- informatico ICT delle due Aziende) sono al centro della gestione Calamai della sanità estense, a tre anni dal suo insediamento. E contempla dunque una figura infermieristica di famiglia e comunità “pronta ad adeguarsi di volta in volta alle esigenze di quel territorio dove opera e dove agisce in team” ha invece sottolineato Marika Colombi (in foto), responsabile del Dipartimento assistenziale tecnico – riabilitativo della prevenzione e sociale dell’area infermieristico tecnica di Azienda Usl e che, da due anni si è spesa, con tante altre figure professionali delle due aziende, per attuare il progetto voluto dalla direttrice Calamai.

“Ifec dunque è una figura sanitaria ‘work in progress’ che in una logica di rete e secondo il modello della ‘comunità di pratica” sarà in grado di intercettare i bisogni delle persone e metterli in connessione con una pluralità di ambiti sanitar” ha ribadito. Poi Colombi ha fatto un esempio. “In alcune aree questa figura diventa anche punto prelievi: un esempio di prestazione, questo, che è in grado di rispondere a un bisogno”.

Fra i numerosi interventi, Ifec è un punto di riferimento nei nuovi Centri di assistenza all’urgenza (CAU), mette in contatto il paziente con altri professionisti o altre aree “come quella della salute mentale” o con il fisioterapista di prossimità e opera anche sui giovani.

“Ifec è un professionista che dovrà sempre più rispondere ai bisogni della complessità sociale alla quale stiamo andando incontro” ha rimarcato Franco Romagnoni (in foto), geriatra e direttore del Dipartimento integrato di Cure primarie e delle Attività socio sanitarie Ausl. Romagnoni ha sottolineato, facendo esempi originali, come la solitudine, l’isolamento e la povertà fanno invecchiare peggio le persone. “Ma – ha poi aggiunto, citando alcuni maestri della medicina e ricordando la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo - serve continuare a dare dignità al malato e oltre a Ifec, ad esempio, la diffusione delle cure palliative, come è stato fatto nella sanità ferrarese, può essere un buon modo per farlo”.

Le farmacie. E’ intervenuta anche la rappresentante di Federfarma Ferrara, Stefania Menegatti. Annuncia l’accordo con la Regione per partire, nel 2024, con le ‘farmacie di servizio’ e sottolinea come le stesse imprese che rappresenta (sono 114 in provincia più le 11 comunali) sono uno dei pochi servizi che ancora non chiudono nelle aree rurali più isolate.

Il momento degli amministratori. Al convegno ha partecipato anche l’assessore alle politiche sociali di Ferrara Cristina Coletti “affermando che Ifec è un servizio molto apprezzato in città” e poi sono intervenuti Edoardo Accorsi di Cento e Davide Bernardi di Portomaggiore sottolineando l’importanza del servizio Ifec. Fra i relatori anche il rappresentante in Regione dei Comitati consuntivi misti Anton Cesare Guzzon. Fra il pubblico invece c’era anche la responsabile nazionale del Pd per la Sanità Paola Boldrini e l’assessore ai servizi sociali di Poggio Renatico Brunello.

Ultimo aggiornamento: 25 novembre 2024, 10:52