Tutti in piscina! Un ambiente salutare per una vita sana
Rubrica a cura del Dipartimento di Sanità Pubblica - U.O.C. Igiene Pubblica
Il cloro è un ottimo disinfettante, utilizzato per il mantenimento di requisiti di salubrità di acque potabili e piscine. La capacità ossidante del cloro danneggia le strutture cellulari dei batteri e virus, portando alla loro scomparsa.
Ad influenzare la capacità disinfettante vi sono diversi fattori, tra cui Ph e temperatura.
Ad esempio, la sua efficacia diminuisce all’aumentare della temperatura. Il calore, infatti, riduce la capacità disinfettante del cloro, come conseguenza della sua degradazione.
Tali condizioni possono presentarsi soprattutto nelle vasche esposte per molte ore alla luce solare.
Dal punto di vista chimico, il cloro a contatto con l’acqua forma acido ipocloroso (HClO), protagonista della disinfezione.
Il cloro nelle piscine può trovarsi in 3 diverse forme:
Cloro Libero;
Cloro Combinato;
Cloro Totale
Il cloro libero, o cloro attivo è la percentuale di cloro in grado di mantenere il potere disinfettante. Il termine “libero” deriva dall’assenza di legame delle molecole di cloro con le sostanze organiche. Di conseguenza, risulta essere l’unica forma in grado di combattere virus e batteri, contribuendo al mantenimento dei requisiti di salubrità dell’acqua.
Il cloro combinato, invece, rappresenta la quantità di cloro che reagendo con le sostanze inorganiche e organiche presenti nell’acqua, libera le clorammine.
La presenza di questi composti è riconducibili alle molecole di azoto contenute in sostanze come sudore, urina, cosmetici.
Infine, il cloro totale è la somma del cloro libero e combinato e rappresenta l’insieme delle sostanze contenenti cloro presenti nell’acqua di vasca.
Al fine di contrastare il rischio di effetti indesiderati nei bagnanti (tra cui irritazioni alla cute e agli occhi o dermatite nei casi più gravi), il Ministero della Salute, in accordo con le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, nell’Accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003, ha previsto il monitoraggio da parte dei gestori e i valori limite per i parametri del cloro libero e del cloro combinato, misurati in mg/l.
CLORO ATTIVO LIBERO compreso tra 0,7 e 1,5 mg/l
CLORO ATTIVO COMBINATO inferiore a 0,4 mg/l
Il pH è una grandezza fisica che indica il grado di acidità o basicità di un liquido. Nel caso degli impianti natatori i valori di riferimento, previsti dall’Accordo Stato Regioni del 2003, sono compresi tra il 6,5 e 7,5.
Infatti, valori di pH più elevati contribuirebbero a diminuire l’efficacia del cloro, fino ad azzerarlo.
Viceversa, la presenza di valori inferiori a 6,5 potrebbero provocare problemi quali irritazione della pelle o corrosione delle strutture della vasca.
Il pH, unitamente ai parametri del cloro e la temperatura, deve essere monitorato e tracciato da parte del gestore durante le ore di apertura dell’impianto.
I prodotti chimici consentiti come correttori di pH dall’Accordo Stato Regione del 16 gennaio 2003 sono i seguenti:
· Acido Cloridrico;
· Acido Solforico;
· Sodio Idrossido;
· Sodio Bisolfato;
· Sodio Bicarbonato.
Ultimo aggiornamento: 09 luglio 2025, 15:32